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Come coltivare la vite: le forme di allevamento

Come coltivare la vite: le forme di allevamento

Dai sistemi a spalliera (come Guyot e cordone speronato), alla pergola e all’alberello: vantaggi e svantaggi delle architetture viticole. Clima, cultivar e meccanizzazione hanno rivoluzionato l’approccio del viticoltore

A proposito delle forme di allevamento della vite, il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano sottolinea la necessità di «pensare nel segno della pianta. Il che significa tornare alle origini della sua domesticazione, che per millenni si è tradotta in azioni atte a favorire il rapporto vite (di fatto una liana) e pianta tutrice, e poi nella creazione di vigneti ex situ, ma sempre nella logica del modello naturale di associazione vite-albero: un approccio antropologico al modo di operare del viticoltore delle origini, che sintetizza così l’atteggiamento dei coltivatori primitivi nei confronti delle piante oggetto del loro interesse. Possiamo verificare questo comportamento anche oggi nei viticoltori più anziani, nel rapporto che hanno con le piante: ne seguono lo sviluppo in tutte le loro fasi vegetative e riproduttive, cercando di realizzare il maggior benessere della vite al fine di massimizzarne il prodotto». Un legame che si è in gran parte perduto con l’affermazione della coltivazione estensiva e con l’introduzione di forme di allevamento ad alta meccanizzazione.

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© Riproduzione riservata - 11/07/2020

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