Collavini e la sobria eleganza del Broy
Matrimonio perfetto tra il vitigno più tipico del territorio, il Friulano, e gli internazionali Chardonnay e Sauvignon, il bianco del Collio voluto da Manlio Collavini è un vero fuoriclasse che brilla di luce propria. I successi aziendali dello spumante Il Grigio e della Ribolla gialla Brut.
Broy è una cartolina dal Collio. Il vino bandiera di Collavini, nato con l’ambizione di dar vita a un grande bianco del Friuli che affiancasse le etichette che hanno fatto la storia enologica del territorio, esce con l’annata 2021 e racconta uno stile aziendale che mira alla sobrietà e all’eleganza.
«Era il 2003 quando mio padre Manlio affida a Roberto Da Col e al nostro enologo aziendale Walter Bergnach il progetto a quattro mani del Broy», racconta Luigi Collavini, che con il fratello Giovanni (nella foto, padre e figli sono insieme) sta “traghettando” l’azienda – come ama dire – verso le generazioni future, «dove il Friulano (50%), il vitigno più tipico del territorio, sia la sua spina dorsale, lo Chardonnay (30%) doni la struttura e l’internazionalità, e il Sauvignon blanc (20%) aggiunga una spruzzata di colore e una terza dimensione al vino».
Il legno c’è ma non si sente
Negli anni l’idea originale ha subito qualche variazione e si è passati prima a uno stile più internazionale, con un uso spinto del legno americano, in seguito abbandonato a vantaggio dell’espressione massima di territorio per creare un legame tra la vigna e il consumatore finale minimizzando l’impatto di cantina.
Al 2018 risale l’ultimo restyling generale del Broy dove, nonostante all’affinamento in tonneau e barrique francesi, «il legno c’è ma non si vede e il vino acquisisce opulenza senza eccessi», spiega Luigi Collavini. «A questo si aggiunge un cambio di etichetta completo per renderlo un fuoriserie che non appartiene a nessuna linea aziendale, ma vive di luce propria».
La formula odierna vede le uve Friulano e Chardonnay parzialmente appassite, la fermentazione parte in acciaio e parte in barrique e tonneau di 3° passaggio, l’affinamento sulle fecce fini di quasi 3 anni. Prodotto in sole 10.000 bottiglie, al naso si offre intenso e persistente con note di frutta tropicale matura, miele d’acacia, scorza d’arancia e fiori gialli; in bocca sorprende il suo corpo potente e lungo, morbido e caldo, esaltato da un piacevole equilibrio tra freschezza e mineralità.
Le altre etichette prestigiose
Gli altri successi aziendali sono Il Grigio, spumante secco da Pinot grigio e Chardonnay che nel 2023 ha festeggiato i suoi 50 anni, e la Ribolla gialla Brut. Entrambi sono frutto delle intuizioni di Manlio: il primo nasce in un’epoca in cui le bollicine italiane erano prevalentemente dolci; la seconda vede la luce da quello che è stato ribattezzato “Metodo Collavini”: una lunga rifermentazione in autoclave orizzontale, seguita da un affinamento in bottiglia di quasi 12 mesi che unisce i vantaggi del metodo classico a quelli dello Charmat.
COLLAVINI
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Tag: Broy, Friulano, Giovanni Collavini, Luigi Collavini, Manlio Collavini, Ribolla giallaRealizzato in collaborazione con Collavini
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2024. Acquista
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© Riproduzione riservata - 25/08/2024