Cinquantacinque anni di Europa del vino: la cronaca

Cinquantacinque anni di Europa del vino: la cronaca

L’identità storica, culturale e territoriale come matrice distintiva nel mondo per l’Italia del vino e per favorire il dialogo e l’aggregazione tra Paesi con la medesima sensibilità in Europa. Questo il fulcro del convegno internazionale sui 55 anni dell’Unione Europea organizzato venerdì 30 novembre dal CRA- VIT Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura e Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano (Treviso) con l’Accademia Italiana della Vite e del Vino a Susegana (Treviso). Un appuntamento introdotto da Antonio Calò, presidente dell’Accademia della Vite e del Vino, che ha stretto intorno a un tavolo numerosi accademici ed esperti italiani e stranieri di primo piano. Ospite d’eccezione, il presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale Paolo De Castro.

Federico Castellucci, direttore generale dell'Oiv

L’INTERVENTO DI CASTELLUCCI – A Federico Castellucci, direttore dell’Oiv, il merito di aver tracciato numerose coordinate. Tra le più significative, la visione spesso agli antipodi dei Paesi dell’Europa del Nord rispetto a quelli meridionali di lunga tradizione in ambito comunitario e, come fenomeno economico del momento da tenere d’occhio, il boom del vino sfuso che costituisce il 40% del mercato mondiale dell’export ed è in crescita, con Germania e Olanda alla testa dei Paesi esportatori. «Il pericolo più grande è rappresentato da chi importa vino sfuso da altri Paesi, lo imbottiglia e lo esporta con la propria etichetta» ha avvertito Castellucci. «In questa partita importante corriamo il rischio di allontanare il profitto dal mondo della produzione oltre che di confondere il consumatore sul prodotto acquistato».

CONSUMO E IDENTITA’ – Quanto al consumo di vino, Herbert Dorfmann, membro del Parlamento europeo, ha dichiarato: «Oggi si sta spostando verso le zone dove c’è meno storia e cultura, si espande quello di marca, che non necessariamente mette l’accento sull’origine». Ulteriori contributi sull’importanza dell’identità radicata alla storia e al territorio sono stati forniti da Vicente Sotes, dell’Universidad Politecnica di Madrid, Christian Asselin, rettore dell’Unione Enologi di Francia, dal tedesco Hans Reiner Schultz, direttore FG a Gesenheim, da Erno Peter Botos della Corvinus University di Budapest, da Luigi Bavaresco, direttore del CRA-VIT e da Gianni Zonin.

Leggi l’articolo sull’intervento di Paolo De Castro (presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale)

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© Riproduzione riservata - 03/12/2012

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