
Champagne: nel 2024 sono state vendute 271,4 milioni di bottiglie (-9,2% sul 2023)

Il dato peggiore è il -10,8% segnato dall’export, che tuttavia rimane la voce più significativa, pari al 56,4% dei volumi, confermando l’inversione di tendenza registrata negli ultimi anni. I vertici del Comité restano ottimisti: lo Champagne è “un vero e proprio barometro del sentimento dei consumatori”, ma anche “un modello organizzativo solido e sostenibile, che ha dimostrato il suo valore anche di fronte alle avversità”.
Crisi mondiale (politica, economica, sociale) = crisi dello Champagne. A rilevare l’inesorabile equazione è Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne, che in una nota stampa ha spiegato in questi termini il forte calo delle vendite registrato nel 2024. “Lo Champagne è un vero e proprio barometro del sentimento dei consumatori. E questo non è il momento di festeggiare, con l’inflazione, i conflitti in tutto il mondo, l’incertezza economica e un atteggiamento politico attendista in alcuni dei principali mercati dello Champagne, come la Francia e gli Stati Uniti”.
Detto in altre parole, la grande instabilità generale poco si addice alle bollicine simbolo per antonomasia della joie de vivre e delle occasioni speciali. E, come ricordava lo stesso Toubart a luglio, poco prima dell’avvio della vendemmia: “Lo Champagne continua a subire anche le conseguenze dell’over-stocking dei distributori che si è registrato nel 2021 e nel 2022 dopo la pandemia”.
Lo scenario attuale tra export e mercato interno
I numeri ufficiali, diffusi in questi giorni dal Comité Champagne, parlano di 271,4 milioni di bottiglie vendute nel 2024, con una diminuzione del -9,2% rispetto al 2023. Nel dettaglio, l’export segna -10,8% per un totale di 153,2 milioni di bottiglie uscite fuori dai confini; mentre il mercato interno si ferma a 118,2 milioni, con uno scarto del -7,2% sull’anno prima, continuando a “risentire del contesto politico ed economico negativo” come si legge nel comunicato ufficiale. Quanto alla percentuale delle vendite oltreconfine, pari al 56,4% del totale, nonostante il calo, “rimane significativamente superiore, confermando l’inversione di tendenza registrata negli ultimi anni”.
Le performance degli anni scorsi
Per completezza di visione è utile ricordare anche le performance del 2023 sul 2022, l’anno record del massimo storico post pandemia (325,5 milioni di bottiglie commercializzate), quando la contrazione appariva già significativa: un totale di 299 milioni di bottiglie, -8,2% sul 2022. E guardando ancora più indietro? Nel 2019 le spedizioni si aggiravano intorno ai 297,3 milioni di bottiglie, seguite da un crollo del -18% nell’annus horribilis del Covid e da un boom pari al +33% nel corso dei due anni successivi.
La crescita a valore e l’ottimismo
Secondo quanto riportato da The Drink Business, nel 2024 tutti i principali mercati di riferimento hanno evidenziato significative perdite in volumi e in particolare le prime 15 destinazioni avrebbero registrato un calo medio del -15,1%. Di contro, il valore medio dell’export sarebbe aumentato del 2,7%, segno che l’obiettivo di crescita sul lungo periodo sta progredendo.
Non a caso David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne resta ottimista. «È nei momenti meno favorevoli che dobbiamo prepararci per il futuro, per mantenere la nostra rotta in termini di sviluppo sostenibile e di conquista di nuovi mercati e nuovi consumatori. Lo Champagne è un modello organizzativo solido e sostenibile, che ha dimostrato il suo valore anche di fronte alle avversità e che dà fiducia nel futuro».
Foto di apertura: © C. Schwarz – Unsplash
Tag: Comité Champagne, David Chatillon, dell'Union des Maisons de Champagne, Maxime Toubart, Syndicat Général des Vignerons, vendite Champagne© Riproduzione riservata - 23/01/2025
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