In Italia

In Italia

Champagne Martin Orsyn, l’ultimo progetto del gruppo Hausbrandt

29 Novembre 2022 Civiltà del bere
Champagne Martin Orsyn, l’ultimo progetto del gruppo Hausbrandt

Una collezione di quattro bollicine, tra cui il Vintage 2016, tutte da villages classificati Premier Cru. Lo stile di Champagne Martin Orsyn è improntato sulla freschezza e sulla versatilità. Il packaging nasce dallo spirito artistico del presidente Martino Zanetti.

Marchio storico del caffè, Hausbrandt si è guadagnato un posto di primo piano anche nel panorama enologico grazie a Col Sandago, tenuta trevigiana famosa per i suoi raffinati Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg ma anche per il Wildbacher, rosso autoctono che l’imprenditore Martino Zanetti ha letteralmente salvato dall’oblio trasformandolo in un gioiello enologico per connaisseur appassionati.

Quattro etichette classificate Premier Cru

Nel 2021 è cominciata una nuova affascinante sfida: realizzare una linea di Champagne d’eccellenza, capace di soddisfare al meglio le richieste sempre crescenti del mercato del beverage sul fronte delle bollicine. È nato così il progetto Champagne Martin Orsyn, una collezione di tre referenze Premier Cru sans année, presentate nel 2021, a cui nei mesi scorsi si è aggiunto anche il Vintage 2016.

La partnership con un produttore della Montagne de Reims

Dopo un’attenta ricerca, è stato selezionato un piccolo viticoltore nella zona della Montagne de Reims con cui è stato avviato un percorso condiviso con l’obiettivo di mixare il savoir-faire francese con un’interpretazione tutta italiana dell’arte dell’assemblage. Lo stile degli Champagne Martin Orsyn è fresco, di grande bevibilità e versatilità: l’interpretazione in chiave moderna e originale di un vino dalla tradizione millenaria, punta di diamante della spumantistica mondiale. La veste grafica nasce dallo spirito artistico del presidente di Hausbrandt Martino Zanetti. Sulla capsula si alternano tinte forti e piene, in contrasto con la lucentezza dei dei colori metallici. Di contro, l’etichetta è decisamente minimalista e lascia parlare la carta materica che la compone e la lamina del colore distintivo di ogni referenza.

Champagne Martin Orsyn

Champagne Martin Orsyn Tradition Brut

In particolare Tradition Brut è un Premier Cru dall’unione di uve Meunier (60%), Pinot nero (30%) e Chardonnay (10%). La percentuale di vins de reserve va dal 40 al 45% e la fermentazione avviene in acciaio con malolattica svolta. L’affinamento minimo sui lievi è di 24 mesi e il dosaggio intorno ai 9 g/l. Il bouquet spazia dalla pesca matura, alla frutta secca e alla crosta di pane. Il sorso è fresco e rotondo.

Champagne Martin Orsyn Rosé Premier Cru Brut

Nel caso dello Rosé Premier Cru, la sosta sui lieviti si protrae per 30 mesi. Non sono presenti vins de reserve e il blend prevede una quota maggioritaria di Chardonnay (50%) seguita da Pinot nero e Meunier entrambi al 25%, con un residuo zuccherino intorno a 7 g/l. Di colore rosa con leggeri riflessi ambrati, ha un naso delicato che richiama sentori di frutta rossa come mirtilli e ribes nero. Al palato è vivace e cremoso, di avvolgente eleganza senza perdere in freschezza.

Champagne Martin Orsyn Grande Réserve Premier Cru Extra Brut

Per la cuvée Grande Réserve Premier Cru si usano uve provenienti dalla Montagne de Reims ma anche dalla Côte des Blancs. Stesse percentuali del Rosé: 50% per lo Chardonnay e 25% per le due uve a bacca rossa Pinot nero e Meunier. La fermentazione e l’affinamento avvengono in acciaio, con sosta di 24 mesi sui lieviti. La presenta di vins de reserve si attesta tra il 20-25% e il dosaggio si ferma a 4 g/l. Profilo olfattivo importante e ben definito, con note di miele, nocciola e brioche che via via lasciano spazio anche al tocco minerale. Il gusto è morbido, di grande equilibrio e persistenza, con finale piacevolmente agrumato e di albicocca.

Champagne Martin Orsyn Grand Vintage Premier Cru Extra Brut 2016

Si arriva così al Grand Vintage Extra Brut 2016, Premier Cru dall’unione di Chardonnay (70%) e Pinot nero (30%). In questo caso la sosta sui lieviti è di circa 60 mesi (con sboccatura settembre 2021) e il dosaggio è di 3 g/l. Di colore dorato con riflessi verdognoli, ha un bouquet di pera matura e albicocca candita, poi cedro, pesca e pan brioche. La beva è ricca, di notevole intensità e ampiezza, fresca e minerale. Colpisce anche per la chiusa decisamente persistente.

In Italia

Barolo Serralunga d’Alba: il 2022 è fuori dai canoni

A Serralunga Day, abbiamo assaggiato Barolo con la menzione geografica comunale che […]

Leggi tutto

Livon e i 40 anni della Donna alata di Erté

Era il 1985 quando Valneo Livon si innamorò di una sinuosa illustrazione […]

Leggi tutto

Rottensteiner presenta Trigon e alza l’asticella del Lagrein

A Milano ha debuttato la nuova etichetta dedicata da Judith e Hannes […]

Leggi tutto

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto

La prova del tempo della Riserva Lunelli in verticale dal 2004 ad oggi

Lo chef de cave Cyril René Brun e il presidente di Ferrari […]

Leggi tutto

L’enotecnico non è più figlio di un dio minore

Il 6 giugno è stata pubblicata la legge che riconosce l’anno di […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati