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Champagne Henriot e tonno dello Jonio nell’antica Kroton magnogreca

29 Maggio 2010 Civiltà del bere
Pregiati Champagne Henriot (www.champagne-henriot.com) abbinati ai saporiti piatti di pesce di Ercole Villirillo, famoso chef calabrese. Scenario: il ristorante ’A Quadara di Crotone, in riva al mare, di fronte a uno dei più suggestivi specchi d’acqua dello Jonio. Ospiti dellenoteca Cantina Marino di Crotone il direttore export della pregiata Maison a conduzione familiare, indipendente da oltre due secoli e sette generazioni, Bertrand Verduzier, e Barbara Rinaldi, bolognese, punto di riferimento in Italia della Henriot. Quattro le etichette degustate. Partenza con il Brut Souverain, cuvée di Chardonnay (40%) e Pinot nero (60%), i cui sentori di agrumi e fiori bianchi hanno accompagnato un antipasto di gamberoni; rapido passaggio al delicatissimo Rosé Brut, anch’esso cuvée di Chardonnay (42%) e Pinot nero (58%), di cui un 20% vinificato in rosso, proposto con uno straordinario risotto ai frutti di mare. Il tripudio di perlage ha sposato poi prelibatezze a base di tonno rosso. Ha impressionato favorevolmente l’eleganza del Blanc de Blancs, considerato uno dei fiori all’occhiello della casa fondata nel 1808 da Apolline Henriot, Champagne che nasce da una cuvée di sole uve Chardonnay  provenienti dai terreni migliori. Il momento più esaltante si è raggiunto con l’accostamento tra un cous-cous di tonno, piatto poliedrico impreziosito dalla rinomata cipolla rossa di Tropea, e la forza e la complessità del Cuvée des Enchanteleurs, vino realizzato solo in annate eccezionali, da uve selezionate con particolare rigore sia in relazione all’origine sia alle qualità intrinseche dei grappoli. È curioso notare come questa etichetta evochi l’affascinante tradizione degli abili cantinieri di un’epoca in cui la vinificazione avveniva unicamente in barrique di rovere: la loro specializzazione consisteva, tra l’altro, nell’impilare le botti su delle grosse travi di legno, attività sintetizzata dal verbo enchanteler (mettere sulle calastre). Bertrand Verduzier ha ricordato ai presenti come la Maison Henriot vanti l’utilizzazione di famosi cru di Chardonnay (Chouilly, Oger, Avize, Mesnil, Vertus, Cramant), vitigno che rientra negli assemblaggi in una percentuale mediamente alta, e di Pinot nero (Verzy, Verzenay, Avenay, Mareuil, Mailly). «La filosofia ispiratrice», ha sottolineato, «punta al perfezionismo». La degustazione è risultata tanto insolita quanto accattivante perché ha portato a sintesi i ricercati terroir della Champagne e il generoso pesce dello Jonio: due mondi distanti, due culture lontane, il richiamo irresistibile della raffinatezza magnogreca che proprio nell’antica Kroton raggiunse una delle sue vette più alte.

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