Dalle Nostre Rubriche

In Italia

In Italia

Centesimino, autoctono romagnolo dalle note di incenso orientale

14 Febbraio 2019 Roger Sesto
Centesimino, autoctono romagnolo dalle note di incenso orientale

La storia di questo vitigno romagnolo, in dialetto Savignôn rosso, comincia nel periodo postfillosserico. La sua diffusione si deve a Pietro Pianori di Faenza, detto Centesimino, che negli anni Cinquanta avvia la propagazione di marze di vecchie vigne presenti nei suoi terreni.

Assodato trattarsi di una varietà autonoma, estranea all’Alicante spagnolo, il Centesimino viene ufficialmente riconosciuto solo nel 2003. Oggi quest’uva autoctona è coltivata da un piccolo gruppo di aziende consorziate sulle colline di Oriolo dei Fichi, vicino a Faenza (Ravenna). Tra queste c’è Poderi Morini.

Grappolo di Centesimino

Le tre versioni di Poderi Morini

«Il Centesimino è incredibile, dagli aromi intensi con note d’incenso orientale. Quando sono venuto in possesso del podere Cà Donati, ai piedi della torre di guardia di Oriolo, ho avuto la curiosità di vinificarlo in purezza per verificarne il potenziale», spiega Alessandro Morini (nella foto di apertura con il figlio Mattia e la moglie Daniela). «I vini mi hanno dato ragione visto il loro successo: nel 2001 ho prodotto il Traicolli, Ravenna Igt affinato per 14 mesi in tonneau, e il Rubacuori da uve stramature, elevato 12 mesi in barrique. Luigi Veronelli ha apprezzato molto questi nettari, consigliandomi di produrne una versione in acciaio per esaltare i tratti varietali del vitigno; è così che è nato il Savignone. Infine, nel 2008, ho prodotto il Morosé, un Metodo Charmat».

Alessandro Morini col suo Savignone

Per conoscere gli altri vitigni autoctoni dell’Emilia Romagna clicca qui

L’articolo prosegue su Civiltà del bere 4/2018. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

In Italia

Barolo Serralunga d’Alba: il 2022 è fuori dai canoni

A Serralunga Day, abbiamo assaggiato Barolo con la menzione geografica comunale che […]

Leggi tutto

Livon e i 40 anni della Donna alata di Erté

Era il 1985 quando Valneo Livon si innamorò di una sinuosa illustrazione […]

Leggi tutto

Rottensteiner presenta Trigon e alza l’asticella del Lagrein

A Milano ha debuttato la nuova etichetta dedicata da Judith e Hannes […]

Leggi tutto

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto

La prova del tempo della Riserva Lunelli in verticale dal 2004 ad oggi

Lo chef de cave Cyril René Brun e il presidente di Ferrari […]

Leggi tutto

L’enotecnico non è più figlio di un dio minore

Il 6 giugno è stata pubblicata la legge che riconosce l’anno di […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati