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Cantine Monfort cambia passo con Federico e Chiara Simoni

18 Aprile 2017 Jessica Bordoni
«Siamo stati coinvolti nell’attività vinicola di famiglia fin da piccolissimi», racconta Chiara Simoni, che insieme al fratello Federico rappresenta la quarta generazione delle Cantine Monfort di Lavis, in provincia di Trento. La storia dell'azienda comincia nel 1945, quando il loro bisnonno Giovanni fondò la Cantina Simoni a Palù di Giovo, in Valle di Cembra, mentre nel 1951 l’attività venne trasferita a Lavis e poté disporre di spazi più funzionali, dando avvio a una piccola attività per la vendita all’ingrosso di mosto e vino. Il 1965 segnò invece l’acquisto delle Cantine di Palazzo Monfort, attuale sede aziendale.

Chiara: da “interprete” a responsabile vendite e marketing

«Tra i ricordi a cui sono più legata», spiega Chiara, responsabile marketing, comunicazione e commerciale per l’Italia, «c’è sicuramente quando, all’età di 11-12 anni, accompagnavo mio padre nei viaggi di lavoro in Germania. Mi faceva fare da traduttrice e io parlavo con i vari clienti nel mio tedesco scolastico. Ero solo una bambina, ma spiegare i nostri vini già mi riempiva di gioia».

Federico: l’importanza dei viaggi di formazione

Suo fratello Federico segue invece le vendite all’estero. «La passione per la viticoltura mi ha portato a frequentare l’Istituto agrario di San Michele all’Adige. Poi sono partito per un’esperienza a Bordeaux dal blasonato Château Margaux. A seguire, ho trascorso qualche mese in una Cantina di Marlborough in Nuova Zelanda. I miei viaggi mi hanno permesso di imparare moltissimo, sono stati davvero formativi. La filosofia produttiva francese, in particolare, mi ha permesso di comprendere a fondo i concetti di cru, di particelle di vigneto e valorizzazione di piccole selezioni… tutte cose che oggi cerchiamo di mettere in pratica anche alle Cantine Monfort».

 Il Trentodoc Brut

La Casa vinicola trentina è specializzata nella produzione spumantistica. Con una preziosa linea di Trentodoc che spazia dal Brut al Rosé, fino alla Riserva. «Il nostro Trentodoc Brut è prodotto con uve Chardonnay provenienti dalle colline di Trento e Pergine Valsugana, situate a un’altezza compresa tra i 400 e i 600 metri. Il mosto fermenta in vasca d’acciaio, dove resta fino a primavera, quando avviene il tiraggio. La cuvée è preparata miscelando le partite di vino dello stesso anno con fermenti selezionati e liqueur de tirage», spiega Chiara. Ne nasce una bollicina da tutto pasto, dal perlage fine e persistente e dotato di un grande equilibrio gustativo.

 Il Trentodoc Riserva

Il top di gamma è rappresentato Riserva, prodotta solo nelle migliori annate da uve Chardonnay 80% e Pinot Nero 20%. «I vigneti sono situati sono ubicati sulle colline di Trento, nelle frazioni di Meano, Vigo Meano e Cortesano, e di Pergine Valsugana. Il terroir è misto: porfirico, tipico della Valle di Cembra, e franco-sabbioso, simile a quello della Valsugana. La permanenza sui lieviti si protrae per 60 mesi, donando un sapore pieno e rotondo, assai complesso, mentre al naso colpisce per le note di crosta di pane, vaniglia e agrumate», precisa Federico.

Il Blanc de Sers da varietà trentine autoctone

Tra i vini fermi della linea Casata Monfort spicca il Blanc de Sers, Vigneti delle Dolomiti Igt. «Fa parte del progetto di recupero e vinificazione delle antiche varietà autoctone trentine in cui siamo impegnati da vari anni. Questo bianco è ottenuto da dai vitigni Valderbara, Vernaza, Veltliner e Nosiola, a cui si aggiungono altre varietà». Il nome fa riferimento a Serso, una zona posta nelle vicinanze di Pergine Valsugana, sul lato destro del torrente Fersina e vicino alla Valle dei Mocheni. L’area è a un’altitudine fra i 550 e i 700 metri, al riparo dai venti freddi del nord, ed esposta al sole tutto il giorno. Dopo una pressatura soffice delle uve, si segue la tradizionale vinificazione in bianco con controllo della temperatura durante la fermentazione. Di colore giallo paglierino tendente al dorato, è un bianco fresco, floreale con sentori di agrumi maturi e un leggero finale di salvia.   Foto © Alice Russolo

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