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Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate

17 Settembre 2025 Francesca Luna Noce
Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate
© U. Bernhart

Una verticale che abbraccia oltre trent’anni e le etichette di punta aziendali, dal Sauvignon al Nova Domus fino al Primo Grande Cuvée. Per dimostrare come il tempo ne riveli identità e longevità

Cantina Terlano insegna che i grandi bianchi non sono fatti per piacere subito. Come sottolinea Klaus Gasser, direttore commerciale della cooperativa altoatesina: «Avere il tempo, prendersi il tempo e dare il giusto tempo alle cose è probabilmente il lusso più grande che possiamo concederci». Sulla stessa linea di pensiero si muovono anche altre Cantine altoatesine, posticipando l’uscita sul mercato dei loro grandi bianchi.

Cantina Terlano bianchi
Il direttore commerciale Klaus Gasser durante la masterclass “Un viaggio nel tempo”

La masterclass a Firenze

È proprio con queste parole che lo scorso 9 settembre, a Firenze, si è aperta la masterclass Un viaggio nel tempo”, verticale dei tre vini bianchi di punta dell’azienda. Situata quasi al centro dell’Alto Adige, alla stessa latitudine del sud della Borgogna, Cantina Terlano poggia su suoli vulcanici ricchi di porfido quarzifero, leggeri e leggermente acidi, capaci di conferire una traccia minerale e una forza evolutiva. «Per noi fare bianchi longevi è più facile che fare rossi longevi», aggiunge Gasser. E i fatti lo dimostrano: in azienda si custodisce una library con annate a partire dal 1955, con 7 mila bottiglie ogni anno messe da parte per essere rilasciate successivamente sul mercato.

Sauvignon blanc dal 1991 ad oggi

Il Sauvignon blanc, introdotto a Terlano nel 1910, rappresenta il laboratorio storico della cantina. La prima bottiglia monovarietale del 1957 nasce da cloni selezionati internamente per adattarsi al clima e al terreno locali. L’analisi delle tre annate presenti in batteria dimostra quanto l’evoluzione non sia uniforme ma modulata dal contesto e dalla filosofia produttiva.

Sauvignon blanc 1991

Si apre integro, con frutta secca e lime candito, sfumature minerali e accenni di pietra focaia. Al palato la trama è ampia e glicerica, l’acidità smussata e il finale salino. Nessun eccesso di legno né cedimenti ossidativi, ma un caso didattico di come la verticalità vegetale tipica di un’annata fresca e piovosa come la 1991 si trasformi, con il tempo, in purezza ed eleganza.

Quarz, Sauvignon blanc 2010

Dieci anni dopo, il Quarz Sauvignon Blanc 2010 conferma la capacità di modulare potenza e freschezza in funzione delle caratteristiche dell’annata. Le vigne esposte a sud/sud-ovest producono un vino potente ma compatto. Il naso rivela pesca bianca, sambuco e note erbacee delicate; il palato è ancora teso e sapido, incredibilmente giovane.

Quarz, Sauvignon blanc 2023

L’annata 2023 esprime immediatamente il carattere del vitigno e del terroir: frutto croccante, peperoncino dolce, erbe alpine e acidità incisiva. Nonostante sia relativamente giovane, mostra già una struttura che anticipa un buon potenziale evolutivo.

La library di Cantina Terlano ogni anno si arricchisce di 7 mila bottiglie

Nova Domus Cuvée Riserva, la dinamica di un blend storico

Nato dal dialogo tra Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon, il Nova Domus Cuvée Riserva è l’etichetta che più di ogni altra ha fatto da palestra alla cooperativa per capire come combinare verticalità, struttura e sapidità. «Il Pinot bianco è verticale mentre lo Chardonnay ha più spalla, è largo e arrotonda il blend. Il Sauvignon blanc, invece, per noi è come il sale: dona quella sapidità che caratterizza il blend» afferma Klaus Gasser. L’affinamento in botti grandi e la fermentazione malolattica parziale delle varietà più strutturate consentono di evitare che il legno domini il vino, mettendo invece in evidenza la sua componente salina e minerale.

Nova Domus Cuvée Riserva 1998

L’annata 1998, fredda e verticale, riflette ancora il pensiero dell’epoca: un affinamento intenso in barrique porta il legno a dominare leggermente il profilo aromatico, ma la mineralità resta evidente. «A quei tempi si pensava che per fare grandi vini bianchi fosse necessaria la barrique», ricorda Gasser.

Nova Domus Cuvée Riserva 2009

Diverso il 2009, frutto di un’annata calda mitigata dalle montagne circostanti. Al naso si percepiscono profumi aromatici e spezie dolci, mentre al palato il vino è ampio ma mantiene un’acidità viva. Questa annata dimostra come Cantina Terlano abbia trovato la quadratura tra potenza e freschezza, un equilibrio che ancora oggi rappresenta la chiave stilistica del Nova Domus.

Terlaner Nova Domus Cuvée Riserva 2019

La 2019 si presenta giovane e quasi austera al naso, ma in bocca sorprende per l’energia salina straordinaria. Qui l’approccio appare più maturo: meno attenzione ai profumi immediati e maggiore focus sulla dinamica del palato. Questa annata è la prova della piena maturità stilistica.

Terlaner I Primo Grande Cuvée, l’essenza dei bianchi Terlano

Nato nei primi anni Duemila, il progetto Terlaner I Primo Grande Cuvée ha l’intento – riuscito – di condensare l’essenza della cantina e tutto ciò che Terlano ha imparato sulla longevità dei bianchi. Solo legno grande, fermentazioni lente, vigneti vecchi. Le annate più recenti confermano questa visione e offrono un’interessante lettura verticale del blend Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon.

Terlaner I Primo Grande Cuvée 2019

La 2019 gioca sulla riduzione e sul frutto integro, con delicate note minerali e un finale quasi cremoso-salino. Il vino mostra una grande armonia tra concentrazione e finezza, senza cedimenti né a ossidazione né a sovrapposizione del legno.

Terlaner I Primo Grande Cuvée 2021

La 2021 conferma la linea guida della cuvée: al naso emergono note gessose, mentre in bocca la salinità è intensa e la tensione vibrante, ancora segnata dal legno in chiusura. Un vino che dimostra equilibrio tra potenza e precisione, con grande capacità di invecchiamento.

Terlaner I Primo Grande Cuvée 2022

La 2022, con un legno più evidente, sorprende per una spinta salina quasi esplosiva al palato. È l’annata che più di tutte lascia intuire un potenziale evolutivo lunghissimo.

Dalla masterclass è emerso chiaramente come la forza di Cantina Terlano non stia solo nella capacità di produrre bianchi longevi, ma anche nella coerenza con cui ha saputo evolvere negli anni, dai blend di fine anni Novanta ancora legati al fascino internazionale del legno, fino alla maturità stilistica degli ultimi tempi.

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