Cantina San Michele Appiano: Appius 2020, incisivo e minerale
La cuvée simbolo della cooperativa altoatesina, frutto dell’ingegno di Hans Terzer, inaugura un nuovo decennale con un millesimo dai profumi intensi e complessi e dal sorso elegante e infinito. Una nuova cantina ideata e costruita appositamente ospita i suoi 3 anni di affinamento in acciaio inox.
Il lancio della undicesima edizione di Appius, la cuvée di Cantina San Michele Appiano nata dall’ingegno e dalla visione del winemaker Hans Terzer, è stata anche l’occasione per presentare la sua nuova cantina, realizzata con la consulenza dell’architetto Walter Angonese. Rivestita in piastrelle di vetro scuro, che ricordano quelle che si trovavano nelle vasche di cemento utilizzate nel Dopoguerra e nelle quali ci si può quasi specchiare – «così come Appius è specchio dell’annata», dice Terzer – ospita speciali serbatoi da 50 e da 35 hl in acciaio satinato con forma conica, che permettono una maggior superficie di contatto con i lieviti, dove il vino affina per 3 anni appena fatto l’assemblaggio, dopo aver trascorso 12 mesi in barrique e tonneau.
L’annata 2020
In circa 8.000 bottiglie in vendita a 150 euro l’una, quest’anno è uscita l’annata 2020, la prima della sua seconda decade di vita, considerata non tra le più semplici in Alto Adige. Ciononostante la gestione personalizzata di ogni singola parcella seguita dai soci della Cantina sociale ha assicurato la condizione ottimale delle uve selezionate nei miglior vigneti nella zona di Appiano Monte e San Michele, che compongono il blend di Appius, e cioè Chardonnay 60%, Pinot grigio 20%, Pinot bianco 10% e Sauvignon 10%. «L’assemblaggio di anno in anno può cambiare, ma non il carattere del vino che è conferito dal vigneto», spiega l’enologo Jakob Gasser, che dalla vendemmia 2024 raccoglie il testimone di Terzer.
Freschezza e vivacità per un vino incisivo e minerale
In cantina le uve si lavorano separatamente e le differenze tra un’annata e l’altra sono minime. «Per la 2020 non è stata eseguita la malolattica in qualche micro-partita di Chardonnay, al fine di ottenere un’acidità maggiore e rendere il vino più minerale e fresco», interviene Terzer, «mentre il Sauvignon è sempre sottoposto a una macerazione prefermentativa di 48 ore sotto gas inerte a bassa temperatura e non effettua la malolattica».
“Incisivo e minerale”, così lo descrive il suo creatore, Appius nel calice sprigiona profumi di kiwi, ananas, pesche e susine, di pompelmo e yuzu, con un corredo di salvia, rosmarino e nepitella e note di crosta di pane e nocciole tostate e chiodi di garofano. Il sorso di distingue per freschezza e vivacità, in sapiente equilibrio. L’etichetta 2020 è un intreccio di linee che, ripetendosi all’infinito, genera una trama. «Il movimento cinetico di quattro elementi crea la rappresentazione dell’essenza della cuvée», conclude Terzer.
CANTINA SAN MICHELE APPIANO
via Circonvallazione 17-19
Appiano sulla Strada del Vino
0471.66.44.66
office@stmichael.it
www.stmichael.it
Segui su Facebook • Instagram
Tag: Appius, Cantina San Michele Appiano, Hans Terzer, Jakob GasserRealizzato in collaborazione con Cantina San Michele Appiano
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2024. Acquista
Sei abbonato digitale o premium? Sfoglia la rivista o scarica il pdf
Vuoi abbonarti? Clicca qui
© Riproduzione riservata - 08/12/2024