Cambiamenti climatici in Cile, per affrontarli si guarda a Sud

Cambiamenti climatici in Cile, per affrontarli si guarda a Sud

I cambiamenti climatici in Cile già si avvertono da qualche tempo, ma saranno ancora più forti da qui a vent’anni. E obbligheranno le Cantine già presenti nelle regioni centrali a valutare possibili investimenti nelle zone più meridionali del Paese. È questa l’opinione del professor Francisco Meza, docente di agricoltura all’Università Cattolica di Santiago: «L’estate scorsa il Cile è stato investito da temperature massime record che hanno provocato i peggiori incendi che si ricordino, decimando non solo boschi e foreste ma anche enormi superfici vitate. La conseguenza è stata che il ciclo produttivo delle coltivazioni è stato dieci volte più rapido rispetto al periodo abituale».

I 18 ettari “nel bosco” di Viña Trapi

Una prima risposta è venuta per il momento da una piccola azienda, Viña Trapi, che sulle colline del comune di La Unión (regione di Los Ríos), a circa 800 chilometri a sud di Santiago, ha piantato nel 2010 circa 18 ettari di vigna con le varietà Chardonnay, Sauvignon blanc, Riesling e Pinot noir. L’area si trova in una zona boscosa, accessibile solo con veicoli 4×4, e soprattutto soggetta ad altissima piovosità: mediamente 1330 millimetri all’anno contro i 370 della regione di Valparaíso, dove si trova la maggioranza dei vigneti cileni.

Un vigneto boutique

«Dopo aver visto come crescevano magnificamente esemplari di viti selvatiche piantate dagli spagnoli nel XVIII secolo nella zona vicino al Río Bueno», spiegano i proprietari di Viña Trapi, Luis Moller e Rodrigo Romero, «il nostro progetto è stato quello di piantare un vigneto boutique. Il risultato ha portato a produrre quest’anno 5 mila bottiglie di vino. I prezzi a bottiglia variano dai 20 dollari per lo Chardonnay ai 23 per il Pinot noir; vini che al momento commercializziamo soltanto in un selezionato numero di enoteche e ristoranti, soprattutto a Santiago».

Alla conquista del Sud

«Adesso un numero crescente di Cantine delle valli di Colchagua, Casablanca e Leyda stanno guardando con interesse al sud», dice Christian Porte, proprietario di Viña Coteaux de Trumao, nella regione piovosa di Los Lagos. «Gli investimenti al sud sono cresciuti proprio in vista del cambio climatico del prossimo ventennio. Inoltre, in queste zone si possono ottenere ottimi Pinot noir. Naturalmente per le aziende la decisione di investire al sud è molto importante», avverte il professor Meza, «ma la maggioranza di esse preferisce aspettare per avere a disposizione più elementi di valutazione e certezze prima di investire risorse».

@Cyril Perez

 

Le piccole realtà sono le più coraggiose

Questa è anche l’opinione di Sergio Correa Undurruga, uno dei più importanti enologi cileni, che conferma l’interesse per investimenti al sud anche se per il momento non da parte di grandi aziende. «Non c’è dubbio che il cambio climatico stimoli nuovi produttori a cercare nuovi ambienti dove piantare vigneti sperimentali con varietà che siano più compatibili con il clima del sud del Cile», ci dice Sergio Correa, «tuttavia le Cantine più importanti aspettano di vedere i risultati ottenuti da aziende più piccole».

Investimenti importanti a sud di Santiago

Ad ogni buon conto l’enologo ci segnala alcuni esempi di recenti impianti in zone molto distanti da Santiago. La più nota è sicuramente Casa Silva (la cantina più antica della Colchagua Valley), che da sette anni produce Sauvignon blanc, Riesling e Pinot noir a 900 chilometri a sud della capitale nei pressi del lago Ranco.  Ancora più distante (1000 km) è il vigneto che Villaseñor Vineyards possiede nella zona di Cochamó (province di Llanquihue) dove sono presenti una ventina di varietà tra cui Pinot grigio, Marsanne, Roussane e  Pinot noir, oltre ad alcune meno conosciute.

L’Ayllu di Atacama

«Al contrario», precisa Sergio Correa, «se parliamo di impianti al di fuori della Valle Centrale, vorrei segnalare che nella regione di Atacama, a 1600 chilometri a nord di Santiago e a 2400 metri di altitudine, si è cominciato a produrre di recente un vino molto speciale che si chiama Ayllu».
Come si vede, di fronte a condizioni di coltivazione sempre più difficili, l’industria vitivinicola cilena sta cercando nuove strade, non solo investendo al sud del Paese ma anche sperimentando nuovi vitigni al di fuori di quei sette-otto internazionali che da decenni sono utilizzati comunemente.

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© Riproduzione riservata - 03/07/2017

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