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Ca’ dei Frati: Lugana da aspettare

15 Novembre 2009 Roger Sesto
La Cantina di Sirmione (Brescia) è tra le migliori interpreti del Lugana, tanto che a partire dall’annata 2003 si è deciso di accantonare una particolare selezione di Lugana I Frati, per immetterla sul mercato 5 anni dopo, assieme all’edizione corrente: pochi mesi fa è uscita la 2008, con la 2003. Inoltre da quest’anno si offrirà l’opportunità a dei clienti selezionati di acquistare le migliori bottiglie de I Frati dell’ultima annata, con l’impegno di conservarle al meglio per un lustro; terminato il periodo, i vini saranno degustati, si attribuirà loro un prezzo di mercato, Ca’ dei Frati rilascerà una fascetta identificativa e le bottiglie verranno commercializzate. Igino Dal Cero, co-patron ed enologo della Cantina, ci svela i segreti della longevità dei suoi Lugana. «Tutto sta nel Dna della Turbiana e nella sua interazione ideale col territorio del basso Garda, da cui estrae gli elementi che consentono di ottenere vini dotati di struttura, ma anche freschi e perciò capaci di lunghe maturazioni: il Lugana in giovane età evidenzia note fermentative, tropicali e vegetali, dopo oltre 3 anni di affinamento esce il minerale e l’acidità, dovuti a terroir e microclima. Ritengo che la Turbiana, come la Garganega, sia un’uva capace di dar vini che con il tempo possono solo migliorare, modello Riesling. Da un punto di vista collezionistico, il Lugana potrebbe rivelarsi un investimento. Non a caso crediamo in questa operazione dei 5 anni di invecchiamento». Ci parli delle annate che rientreranno in questo progetto. «Il 2003 è un vino molto minerale, con ricordi di idrocarburi, pompelmo e camomilla. In bocca, nonostante l’annata torrida, è fresco e bevibile, oltre che strutturato. Il 2004 è un’annata opposta alla precedente; emergono note più balsamiche di salvia, erbe officinali e anche minerali. In bocca non ha tutta la forza del 2003, è più fresca e immediata. Il 2005 è un’annata di buon equilibrio, dal naso ancora giovane e vegetale, ma anche speziato di zafferano; gradevolmente acido e sapido al gusto. Il 2006 è un bel millesimo, equilibrato, dal naso fresco e dalla beva succosa, con acidità e sapidità in armonia fra loro. Un vino che sfiderà gli anni. Il 2007 ha sentori ancora quasi fermentativi, è fresco e beverino. In bocca entra molto sapido e fresco; con una progressione snella, gustosa, armonica e persistente. Il 2008 ha un naso fermentativo, fresco, giovane con note vegetali e agrumate; al palato deflagra il frutto della passione».
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