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2014, un Brunello in papillon

22 Gennaio 2019 Aldo Fiordelli
2014, un Brunello in papillon

Il Brunello 2014 di ormai di prossima uscita farà molto discutere. Da una parte i “sottrazionisti” ovvero gli amanti dei vini meno estratti, decanteranno le doti di eleganza di questa annata. Dall’altra gli amanti dei rossi più austeri da mettere in cantina noteranno la mancanza di classicità dei vini. Al netto delle opposte contrade, ecco qualche dato oggettivo e i primi assaggi dalle diverse sottozone prima dell’Anteprima (15-18 febbraio).

Tutti ricorderanno la 2014 come una delle ultime annate più fresche e piovose. “Non tutto è andato bene a livello meteorologico e il 2014 ha voluto vedere in viso i produttori di Brunello di Montalcino, per la loro capacità di volgere in positivo le avversità atmosferiche” ha spiegato per conto del Consorzio del Brunello l’enologo Paolo Vagaggini.

L’andamento climatico a Montalcino

Secondo i dati del Lamma della Toscana “dal punto di vista termico il mese di Settembre è risultato più caldo, seppur di poco, rispetto alla normale climatica calcolata sul trentennio 71-2000”. Dati positivi anche sulla pioggia: “Le piogge osservate nel mese di settembre sono risultate in linea rispetto alla norma (trentennio 1971-2000); anche i giorni di pioggia osservati sono stati pari a quelli tipici del periodo” considerando anche che a Montalcino non è passato il “downburst” che si è abbattuto su Certaldo e la provincia di Firenze tra il 19 e il 20 settembre.

Selezione rigorosa e scelte di vinificazione

“La gran parte dei viticoltori ha saputo reagire con prontezza e professionalità”, prosegue Vagaggini. “E i risultati sono stati confortanti. La selezione rigorosa ed accurata dell’uva sana è stata fondamentale; la vinificazione poi ha giocato un ruolo importantissimo con estrazioni dolci e delicate”. Ma allora come sono questi Brunello 2014?

Il risultato: grande eleganza ed equilibrio

“I vini 2014 sono eleganti, non potenti, ma molto equilibrati, non adatti ad un lunghissimo invecchiamento, ma ad un consumo decisamente piacevole”. Un Brunello in papillon questo 2014, leggero e colorato come una farfalla, rubino gioiello, brillante e riflettente, profumato e di un beverino quasi dissetante. Della farfalla ha oltre all’attrattiva leggiadria e spensieratezza anche la fugacità. Sarà da bere e da ribere, ma non da mettere in cantina.

Gli assaggi da nord-ovest a nord-est

I primi assaggi denotano una maggiore austerità solo nella zona nord-ovest (Tenute Nardi) dove il Brunello è ancora così imbizzarrito da chiamare abbinamenti come fosse una bonarda: coi salami cotti e gli zamponi. La zona sud-est non perde invece la propria proverbiale dolcezza di frutto. Giodo a Castelnuovo dell’Abate, l’azienda di Carlo Ferrini con la figlia Bianca, mostra anche una buona concentrazione con un legno più in evidenza del solito forse proprio per l’annata. Ad Argiano, salendo a Sant’Angelo in Colle, resta la firma stilistica della zona e classicistica dell’azienda, con frutti rossi meno aciduli e una bella densità in bocca con una leggera gessosità finale.

I migliori Brunello 2014 dai vigneti più alti

Non è un paradosso invece che i migliori esempi arrivino dall’alto, dove escursione e suoli scarichi hanno giovato all’annata piovosa. Alle Potazzine manca l’austerità come si diceva ma il Brunello 2014 è intenso e pieno di sfumature dalla liquirizia all’essenza di agrumi, con una bellissima rotondità in bocca. Salendo ancora al Marroneto, nella parte nord, il profilo è se possibile ancora più scarico e sottile, tutto giocato su frutti rossi aciduli come il melograno, con un tannino nervoso ma masticabile e mai secco, da sostenere a tavola o da aspettare ancora, di grande eleganza e mai stancante da bere.

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