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Bordeaux en primeur 2021: un’annata eterogenea

Bordeaux en primeur 2021: un’annata eterogenea

La 2021 a Bordeaux sarà probabilmente ricordata come una delle annate più discusse degli ultimi decenni. Dopo l’inizio della campagna en primeur, arrivano i primi resoconti di degustatori e giornalisti impegnati nella famosa maratona di assaggi. Le condizioni meteorologiche sfavorevoli – in alcuni casi anche disastrose – hanno presentato diverse sfide per i viticoltori che hanno dovuto affrontare gelate, grandine, muffe e rese molto scarse. Nonostante le premesse, buona parte della critica sta giudicando favorevolmente i campioni degustati.

Per approfondimenti: La revue du vin de France, Decanter, Liv-ex, The drinks business, Decanter, La Revue du vin de France, The drinks business e Fake Booze

A fine aprile circa 5.000 professionisti del settore vitivinicolo hanno raggiunto Bordeaux per dare il via alle degustazioni in anteprima dell’annata 2021 dei vini prodotti nella regione francese da tempo protagonista del mercato dei vini pregiati. Ma dopo due anni di pandemia e di degustazioni a distanza con l’invio di campioni in tutto il mondo, il ritorno dell’evento in presenza sembrava, inizialmente, non aver acceso la curiosità degli esperti. Dopo tre vendemmie – 2018, 2019 e 2020 – considerate eccezionali, seppur con caratteristiche diverse, la 2021 ha interrotto il flusso positivo ed è stata annunciata come un’annata dallo stile “più freddo e lineare”, si legge su La revue du vin de France.

Un’annata dalle rese storicamente basse

Gelo e muffa non hanno risparmiato nemmeno i più prestigiosi Châteaux. Secondo quanto comunicato dal Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (CIVB), il raccolto del 2021 è stato del -20% inferiore alla media decennale della regione. Significa che i produttori avranno a disposizione circa 503 milioni di bottiglie del 2021, un numero storicamente basso per Bordeaux; anche leggermente inferiore all’annata 2013 considerata la più dura degli ultimi 30 anni. A essere maggiormente colpite sono state le uve bianche; in particolare, le uve per la produzione dei dolci Sauternes che hanno subito un calo del -51%. Eppure, le condizioni climatiche erano perfette per favorire la formazione della muffa nobile botrytis cinerea, e i produttori hanno riportato alti livelli di acidità e concentrazione, quindi la qualità si sta rivelando molto elevata (Decanter).

Una produzione eterogenea, ma con piacevoli sorprese

Dopo alcune settimane di degustazioni, la critica sembra essere piuttosto divisa sulla effettiva qualità dell’annata, ma è concorde sulla poca uniformità dei vini, indipendentemente dal territorio di provenienza. Nel complesso la 2021 si presenta come “molto eterogenea, ma con alcune piacevoli sorprese”, ha affermato il critico francese Jean-Marc Quarin (Liv-ex).
“Non sarà un’annata per tutti i gusti (…). È la più eterogenea dell’ultimo decennio”, commenta allo stesso modo Colin Hay, corrispondente per la rivista inglese The drinks business a Bordeaux. Il giornalista motiva così la sua considerazione: “Per dare solo un’indicazione di questa irregolarità, le mie note dopo aver assaggiato circa 500 vini vanno dalla potenziale perfezione al punteggio più basso che abbia mai assegnato a un campione en primeur”. Queste caratteristiche non rendono la 2021 un’annata facile per il consumatore e per gli investitori, che dovranno fidarsi e affidarsi, forse più che in altri casi, alle valutazioni degli esperti.

Come affidarsi al giudizio della critica

Nello stesso articolo, però, il critico Colin Hay ammette di non poter ricorrere, in questo caso, all’obiettività del suo giudizio: “Questa, per me, è un’annata bordolese molto forte (se non eccezionale) nata in un contesto di avversità climatiche estreme. Ha prodotto quella che considero una serie di vini davvero eccezionali (…), ma è fondamentale chiarire che stiamo parlando di preferenze altamente soggettive. (…) Perché anche i vini di punta nel 2021 potrebbero rappresentare una sfida per determinati palati. È quindi fondamentale essere guidati da coloro di cui si condivide il gusto!”.
Anche la giornalista di Decanter Georgie Hindle ammette la curiosità e la necessità di assaggiare gli stessi vini dopo il periodo di invecchiamento e la difficoltà di esprimere giudizi in questa annata così variabile. “È molto difficile generalizzare su un’area di 110.000 ettari vitati (l’equivalente di 205.000 campi da calcio). Come ha detto un enologo: ‘È impossibile per il Bordeaux essere omogeneo'”, spiega l’esperta.

L’annata che segue la nuova tendenza stilistica

Meno volume, struttura, concentrazione e grado alcolico, più freschezza, leggerezza e bevibilità. Sono queste le caratteristiche di una tendenza stilistica che si è consolidata negli ultimi 5-10 anni. Questo piace a molti critici, come a Karine Valentin, del comitato di degustazione de La Revue du vin de France e coautrice della Guida ai migliori vini di Francia. A proposito dei vini di Saint-Émilion e Fronsac la giornalista scrive: “Questa degustazione rivela un cambiamento di stile radicale rispetto ai vini bordolesi delle annate precedenti. Dopo alcuni assaggi, devo ammettere che sono rimasta piacevolmente sorpresa. Adoro molto la loro tensione e l’acidità; insomma sono vini energici e dinamici”. L’altro lato della medaglia potrebbe essere una mancanza di profondità e concentrazione, tannini verdi e disarmonie. Vista però l’elevata l’acidità, la struttura tannica e l’equilibrio che molti campioni stanno mostrando, non manca il potenziale di invecchiamento.

I prezzi tra supposizioni e battute ironiche

Grande argomento di discussione durante Bordeaux en primeur è anche il prezzo dei vini, calcolato da ogni azienda in base alla propria strategia commerciale e ad altri fattori come il posizionamento del marchio, i punteggi dati dai critici, la disponibilità e il prezzo delle annate già presenti sul mercato. Arabella Mileham si chiede su The drinks business se ci saranno tagli, rialzi o se, invece, i prezzi rimarranno stabili rispetto al 2020. Secondo alcuni operatori del settore, sebbene l’annata abbia dato vini più buoni del previsto, la qualità non è la stessa dei tre anni precedenti; i vini dovranno dunque entrare nel mercato al di sotto del prezzo dell’anno scorso. Ma, in generale, si prevede che i prezzi rimarranno più o meno stabili, anche perché a causa delle rese basse e di nuovi elevati costi di produzione, le Cantine dovranno rientrare di numerose spese.
Il blog satirico Fake Booze scrive, ironicamente: “L’annata 2021 è stata descritta come dotata di eleganza borgognona. I bordolesi odiano i borgognoni, ciò significa che odiano questa annata, ma aumenteranno comunque i prezzi per dispetto”.

Foto di apertura: la piazza di Bordeaux © B. Lopez – Pexels

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© Riproduzione riservata - 13/05/2022

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