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Boccadigabbia porta a Milano Le Grane, Saltapicchio, Pix e Acronte

28 Aprile 2016 Jessica Bordoni
Siamo sulle prime colline che dal mar Adriatico si estendono fino all’antico borgo di Civitanova Alta, nel cuore delle Marche. Qui si trova uno dei due poderi che compongono l’azienda Boccadigabbia, di proprietà della famiglia Alessandri dalla metà degli anni Cinquanta. L’altra tenuta, acquistata nel 1996, è Villamagna Floriani, situata sulle colline di Montanello, a poca distanza dalla città di Macerata. Oggi alla guida del marchio c’è Elvidio Alessandri, che ha presentato le sue etichette premium al Ristorante Daniel di Milano in esclusiva alla stampa.

Boccadigabbia tra i cento poderi di proprietà napoleonica

Prima di raccontare il presente, è utile ripercorrere le tappe dell’illustre storia aziendale. Boccadigabbia era infatti uno dei “cento poderi” dell’agro di Civitanova Marche che nel 1808, dopo l’annessione al Regno napoleonico d’Italia, passarono al viceré Eugenio Beauharnais per poi diventare dominio privato dell’imperatore Napoleone III. Nel 1956 la famiglia Alessandri acquistò la terra direttamente dal principe Luigi Girolamo e ancora oggi all’ingresso della casa colonica si trova una vecchia formella di ceramica con il nome del podere sormontato dallo stemma napoleonico della “N” coronata.

Gli internazionali a Civitanova, gli autoctoni a Macerata

«Le vigne vanno dai tre ai trent’anni», spiega Elvidio Alessandri. «A partire dal 1986 abbiamo avviato un programma di reimpianti, puntando sugli internazionali Cabernet, Merlot, Sauvignon, Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon blanc e Pinot nero. Gli autoctoni trovano invece spazio nella tenuta Villamagna Floriani, sulle colline maceratine di Montanello dove crescono Montepulciano e Sangiovese sul versante dei rossi, mentre tra i bianchi spiccano il Verdicchio e l'antica cultivar Ribona, che oggi siamo circa una ventina di aziende a produrre».

Identità territoriale ed eleganza

«Per noi è importante che i vini esprimano identità ed eleganza. Da un lato il legame con il territorio, dall’altro la finezza e la piacevolezza nel calice». prosegue Alessandri. «Il lavoro in vigna è fondamentale. In cantina sperimentiamo, ma senza seguire le mode tecnologiche a priori». La produzione complessiva si aggira sulle 100 mila bottiglie, con un potenziale di circa 250 mila. Dal novembre 2014 c’è un nuovo enologo consulente, Emiliano Falsini, che si aggiunge all’interno Francesco Pennesi.

Bene l’export, ma l’obiettivo ora è il mercato italiano

«Negli anni passati ci siamo concentrati soprattutto sull’export, che rappresenta circa il 75% delle nostre vendite, soprattutto negli Stati Uniti, Giappone, Nord Europa. Oggi l’obiettivo è allargare la quota del mercato interno. E siamo sicuri di avere la qualità e la competenze per farcela».

La Ribona Le Grane 2015 Boccadigabbia

Durante il pranzo al Ristorante Daniel sono stati degustati quattro vini. Con la “finta terrina di fagiano” è stato presentato Le Grane, Colli Maceratesi Ribona Doc 2015. La varietà Ribona, o Maceratino, si coltiva solo nella provincia di Macerata. La fermentazione è in acciaio a temperatura controllata per circa 12 giorni. Alla fine della prima fermentazione viene aggiunta al mosto uva diraspata intera raccolta leggermente surmatura. Questa rifermentazione dura una decina di giorni e permette un’ulteriore estrazione di sostanze e profumi dalla buccia. Il colore è paglierino intenso tendente al dorato, con profumi di frutta matura. In bocca è pieno, armonico, con una spiccata sapidità.

Il Sangiovese Saltapicchio 2010

Con il “Risotto alla parmigiana con fegatini e salsa al vino rosso” si passa al Saltapicchio, Igt Marche 2010 da Sangiovese in purezza con 3.600 piante per ettaro e una resa di 50/60 quintali d’uva. Dopo una lunga macerazione sulle proprie bucce, il vino affina in barrique nuove o di II passaggio per 14-16 mesi, a cui seguono almeno 6 mesi in bottiglia. È un vino di grande eleganza olfattiva, con tannini levigati e un lungo avvolgente finale.

I due grandi rossi di Boccadigabbia: il Pix e l’Akronte

Poi arriva il secondo: “Guancetta di vitello con salsa al pepe e porri fondenti”, che accompagna due rossi d’ecellenza: il Pix, Merlot Igt Marche 2010 e l’Akronte, Cabernet Sauvignon Igt marche 2010. Il Pix affina in barrique nuove per 12-15 mesi svolgendo completamente la malolattica. È un vino di grande suadenza e complessità aromatica, con note di piccoli frutti, tabasco e caffè. Si chiude con il fuoriclasse aziendale Akronte, Cabernet Sauvignon 100% che matura in barrique nuove di rovere francese a media tostatura per 18-20 mesi. In bocca è ricco, potente, sontuoso, con un’intensità fuori dal comune sempre unita all’eleganza, senza dubbio la cifra stilistica di Boccadigabbia.

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