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Bertani: dove l’età si fa mito

15 Dicembre 2009 Roger Sesto
Trattando di vini mito da invecchiamento, parlare di Bertani e del suo Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Novare è un must. Ci spiegano in cantina che l’idea di fondo sulla quale si è intrapreso il cammino che ha portato alla produzione di questo vino era quella di creare un prodotto atto a lunghissima maturazione, perfetto e integro (anche) a distanza di decenni. Il procedimento ritenuto più idoneo allo scopo si è identificato pertanto con un sistema di produzione il più delicato e meno invasivo possibile, in cui il tempo necessario all’appassimento delle uve, alla macerazione/fermentazione e all’affinamento in botte fosse quello capace di consentire il pieno sviluppo degli aromi, profumi e sentori tipici dell’Amarone. Lo stile della Casa è sempre stato quello di non lasciarsi influenzare dalle mode, ma di continuare a seguire il percorso tracciato in relazione all’obiettivo di produrre vini da lungo invecchiamento. Di qui il rifiuto di adottare tecniche d’appassimento forzate, l’utilizzo di vecchi vinificatori in cemento, le lunghe macerazioni e i lunghi affinamenti: minimo 6 anni in botte. La scelta di utilizzare grandi fusti è per ridurre l’ossigenazione del vino e l’acquisizione da parte dello stesso degli aromi del legno. In tal modo si ha una lenta polimerizzazione dei tannini e i tempi di maturazione si allungano, a beneficio dell’equilibrio prospettico del vino. Nell’arco dei 6 anni il vino è travasato da una botte all’altra circa tre volte, questo permette di eliminare le sostanze che non riescono a trovare un equilibrio perché precipitano sul fondo della botte. Il risultato è un Amarone più varietale e più stabile da un punto di vista chimico-fisico e organolettico. Ovvero longevo e in costante e virtuosa evoluzione. Tutto ciò ha permesso a Bertani di essere forse l’unico produttore a potersi vantare di possedere nelle sue cantine e di commercializzare 25 annate storiche di Amarone Classico, dal 1960 al 1998, a prezzi per l’appassionato compresi fra 70 e 250 euro. Una mentalità che deriva anche dall’essere sul mercato già da fine Ottocento, quando l’unica concorrenza era quella francese, già abituata a produrre e vendere etichette di lungo corso. Da qui l’intuizione, da sempre, di vendere una parte di bottiglie e di stoccarne un cospicuo quantitativo. Oggi l’essenza dello stile Bertani è racchiusa in un’annata feticcio, la 1967, di sbalorditiva complessità e intensità organolettica, capace di sprigionare tersi ricordi di prugne appassite, tabacco, fichi secchi e dalla freschissima beva, tutta giocata sul mirabile equilibrio fra dolcezza dei tannini e calibrata acidità.

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