Bentu Luna: viaggio nella Sardegna più autentica

Bentu Luna: viaggio nella Sardegna più autentica

La nuova avventura enologica di Gabriele Moratti e dell’amministratore delegato Gian Matteo Baldi si chiama Bentu Luna e ha preso forma tra le province di Oristano e Nuoro. Da vecchie vigne ad alberello, che arrivano fino a 115 anni di età, nasce una collezione di cinque vini armonici, come il rosso Mari e il Vermentino Unda

«Bentu Luna è uno dei pochissimi progetti in Italia, se non l’unico, che si fonda sul concetto di vecchie vigne, da un minimo di 35 fino ai 115 anni di età», racconta Gian Matteo Baldi, amministratore delegato della nuova avventura di Gabriele Moratti nel cuore della Sardegna. «Forse però sarebbe meglio parlare di vielles vignes o old vines, espressioni decisamente più evocative. Nel nostro Paese, infatti, la vigna vecchia rappresenta spesso un ossimoro, anziché un valore aggiunto».

Vigneti di famiglia lavorati a mano

Per il team di Bentu Luna è l’esatto contrario. «Questi appezzamenti costituiscono un patrimonio unico al mondo; sono il residuo di una cultura vinicola millenaria, che dalla Sardegna si è estesa in tutto il bacino del Mediterraneo. Siamo di fronte a vigneti “di famiglia” allevati ad alberello, nella maggior parte dei quali non entrano mezzi meccanici. Le piante producono una quantità minima di uva eccezionale. Il tutto su un altopiano tra i 350 e i 700 metri, a costituire un paesaggio rimasto invariato nei secoli».

Un’azienda con un approccio umanistico

La sede della Cantina è a Neoneli, in provincia di Oristano, e l’intero progetto si sviluppa tra il Mandrolisai e il Barigadu, a cavallo tra le province di Oristano e Nuoro. L’approccio umanistico di Bentu Luna mette al centro l’uomo e la sua capacità di interpretare la natura con creatività e spirito scientifico, tenendo come punto fermo un profondo rispetto per l’ambiente, i suoi abitanti e la storia del luogo.

Nel Mandrosilai dove il tempo si è fermato

Tutto è partito dopo un lungo tavolo di confronto con i contadini di Neoneli, sorta di “Jurassic Park” della viticoltura sarda, fondata sul principio di non proprietà dei vigneti e di naturale ereditarietà famigliare. Non a caso nel 2018 il Mandrolisai è stato iscritto nel Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico, l’unico della Sardegna, in virtù del fatto che negli ultimi 200 anni la destinazione del suolo è rimasta invariata, tra aree a pascolo, allevamento, vigneto e frutticoltura.

Un approccio rispettoso di una cultura millenaria

«Il nostro primo obiettivo è stato quello di salvare l’antico patrimonio viticolo preesistente», continua l’ad Baldi. «Una buona parte degli appezzamenti rischiava l’abbandono perché non generava più reddito. Abbiamo quindi optato per una gestione condivisa, integrando la manodopera e le conoscenze contadine locali o con il bagaglio tecnico e tecnologico di esperti di livello internazionale. Bentu Luna si fonda su una sostenibilità vera e a 360 gradi: economica, sociale, ambientale. Ogni aspetto produttivo è approfondito nei minimi dettagli per attenersi a questi valori».

Le uve di riferimento

Le due denominazioni di riferimento sono la Doc Mandrolisai e la Doc Vermentino di Sardegna. Nei 20 ettari coinvolti crescono Bovale, Cannonau, Monica e Vermentino, che danno vita a una linea di quattro rossi e un bianco. Va detto, però, che il concetto di varietà non è inteso in maniera rigida, anzi. «Vogliamo riscoprire il valore delle contaminazioni allontanandoci dall’idea di purezza assoluta, inconciliabile con il sistema di coltivazione e gestione famigliare delle vecchie vigne. I vini Bentu Luna esprimono concretamente l’identità archetìpica e mediterranea dell’enologia sarda, senza mediazioni tecnologiche. I profumi e gli aromi sono l’estratto della vera natura delle uve».

Raccolta manuale e packaging sostenibile

La raccolta è manuale così come la pressatura, eseguita prima con le mani e poi con i piedi. Ogni particella viene vinificata separatamente all’interno di piccole vasche in cemento. Le fermentazioni partono spontaneamente con lieviti selezionati e le malolattiche vengono svolte. L’uso del legno è circoscritto a barrique di II e III passaggio, mentre per i tappi si scelgono pregiati sugheri sardi. Il rispetto per l’ambiente passa anche dal packaging, con l’uso di bottiglie borgognotte sotto i 400 g e confezioni in cartone riciclato che non necessitano l’impiego di nastro adesivo per la chiusura.

Un team giovane e entusiasta

Da ricordare anche il tipo di struttura organizzativa: professionale, snella e giovane, con l’appoggio di consulenti esterni che portano avanti ricerche e sperimentazioni. Il modello è quello del Castello di Cigognola, la storica tenuta della famiglia Moratti in Oltrepò Pavese. «Per la parte enologica la figura in loco è Emanuela Flore, cui si affiancano altri professionisti tra cui l’enologo Beppe Caviola come responsabile dei blend. L’agronomo Giovanni Bigot, invece, si occupa della prevenzione delle malattie conseguenti al cambio climatico, come l’oidio anticipato e le ampelopatie», conclude Baldi.

I Vermentino di Bentu Luna

Mari, Mandrolisai Doc 2020

Da vigneti tra i 35 e i 70 anni allevati ad alberello.
È un blend di uve Bovale sardo (35%), Cannonau (30%), Monica (30%) e altre varietà a bacca rossa (5%) vendemmiate nella prima decade di ottobre. Dopo una lenta e accurata diraspatura dei grappoli, la fermentazione avviene in vasche di cemento da 20 hl protraendosi per circa 3 settimane, con leggere follature manuali. Durante l’affinamento di 8 mesi in barrique di rovere di II passaggio si effettuano leggeri bâtonnage e viene svolta la malolattica. Mari è un rosso armonico e avvolgente, con un bouquet piacevolmente speziato. Il sorso è ampio, morbido, con note di frutta scura e una salinità conturbante, che allunga il finale.

Unda, Vermentino di Sardegna Doc 2020

Le uve provengono da un piccolo vigneto sulla costa oristanese, a meno 5 metri sul livello del mare, che poggia su un suolo sabbioso e sciolto, caratterizzato da una certa presenza argillosa. Il clima tipicamente mediterraneo e le brezze marine rilasciano buone quantità di sali minerali sulle bucce degli acini, premessa di una spiccata freschezza e sapidità del vino. Dopo l’attenta diraspatura dei grappoli, si procede con la pressatura soffice.
La fermentazione spontanea avviene in vasche di cemento e anfore in terracotta per 7-10 giorni con leggere follature manuali. Al termine una serie di bâtonnage permettono di imprimere al Vermentino un buon corpo e volume. Unda ha un naso ampio e articolato, contraddistinto da eleganti note floreali, fruttate e minerali, ben bilanciate da un’interessante acidità in bocca.

Foto di apertura: gli antichi vigneti ad alberello di Bentu Luna, che il progetto della famiglia Moratti ha contribuito a salvare dall’abbandono

BENTU LUNA
via Meriaga 1
Neoneli (Oristano)
327.75.44.882

Realizzato in collaborazione con Bentu Luna.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 3/2021. Acquista

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© Riproduzione riservata - 12/08/2021

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