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Bavaresco e Zonin: enoturismo e cultura per rilanciare l’Europa del vino

6 Dicembre 2012 Monica Sommacampagna
Se calano la superficie vitata e i consumi interni, come recuperare “terreno” sul mercato? «Dando innanzitutto più significato e visibilità alla cultura che sta dietro il vino italiano» è stata la risposta di Luigi Bavaresco, direttore del Cra, nell’ambito del convegno sui 55 anni di Europa del vino tenuto venerdì 30 novembre a Susegana (Treviso). Un momento di incontro che ha messo tutti d’accordo sulla necessità di puntare sull’identità territoriale, impegnandosi per comunicarla al meglio. UN LEGAME STORICO CON IL VINO - Bavaresco ha esordito ricordando come il legame tra vino e territorio sia radicato sin dall’antica epoca romana, quando il Falerno identificava il primo “cru”. Anche i numeri di oggi ci danno ragione: l’Italia è il terzo stato al mondo per superficie vitata e, a seconda degli anni, il primo o il secondo Paese produttore. I vitigni iscritti al registro nazionale delle varietà sono 543, i vini a indicazione geografica hanno raggiunto quota 70% del totale, e l’offerta è incredibilmente diversificata. SPUNTI PER IL FUTURO - La ricetta per guadagnare autorevolezza a livello globale prevede però numerosi passi: dal rafforzamento del sistema delle denominazioni per i prodotti di territorio alla promozione dell’enoturismo e della ricerca, affrontando le sfide “tecniche” come i cambiamenti climatici e incoraggiando un consumo di qualità, moderato e consapevole. L'IDEA DI BAVARESCO E ZONIN - «Per distinguerci dobbiamo rendere il consumo di vino sempre più uno stile di vita e un momento culturale, facendo leva proprio sulla nostra identità» ha dichiarato Bavaresco. «Il vino si sta globalizzando, si stanno rafforzando i competitor da Sudafrica, Cile e Argentina», conferma Gianni Zonin, «e l’auspicio è che si crei maggiore sintonia tra produttori europei, per valorizzare le origini e la tradizione del nostro vino». Leggi anche De Castro (commissione Agricoltura): affrontare insieme le sfide dell'export e Cinquantacinque anni di Europa del vino: la cronaca.

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