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Bassa gradazione senza dealcolazione? Una missione possibile. Ecco come

28 Luglio 2025 Jessica Bordoni
Bassa gradazione senza dealcolazione? Una missione possibile. Ecco come
Esistono tecniche di cantina che contribuiscono alla perdita in alcol della massa © Sebelas Studio - AdobeStock

Si ottengono vini con un tasso alcolometrico contenuto anche in modo “naturale”, seguendo particolari strategie in vigna e in cantina. Tanti piccoli accorgimenti, che insieme fanno la differenza. Gli utili suggerimenti dell’agronomo Giovanni Bigot e dell’enologo Vincenzo Mercurio

L’articolo fa parte della Monografia NoLo (Civiltà del bere 2/2025)

L’alcol è diventato il nemico numero uno del vino. Sembra un paradosso, una contraddizione in termini, eppure la realtà dei fatti si avvicina molto a quest’affermazione, al netto di una certa semplificazione. Basti pensare al crescente fenomeno dei no e low alcol, all’inasprimento delle sanzioni del codice della strada o all’ondata di demonizzazione generalizzata che attraversa il comparto enologico da qualche anno a questa parte. Che fare? Esistono strategie efficaci per contenere il titolo alcolometrico di un vino in maniera “naturale”, ovvero senza ricorrere all’uso esasperato della chimica e alle tecnologie della dealcolazione? La risposta è sì. E le best practices riguardano sia le attività in vigna che la gestione delle operazioni in cantina, come ci spiegano i due professionisti che abbiamo interpellato: l’agronomo friulano Giovanni Bigot, fondatore della società Perleuve e di un metodo scientifico che valuta il potenziale qualitativo del vigneto (l’indice Bigot), e Vincenzo Mercurio, consulente enologo campano con 26 vendemmie di esperienza, che ha creato la società Le Ali di Mercurio a cui è collegata una Wine Academy per la formazione di cantinieri e artigiani del vino.

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