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Barberani: prodigi e difficoltà della muffa nobile

Barberani: prodigi e difficoltà della muffa nobile

Annate storiche di vini mitici (17): Umbria II parte

Posta nella zona classica di produzione dell’Orvieto, Barberani si è da sempre concentrata su vini di territorio da uve autoctone. «Abbiamo creduto nel potenziale della tradizione, reinterpretata con le moderne tecnologie. L’obiettivo è esprimere coi nostri vini personalità e piacevolezza», sottolinea Bernardo Barberani (nella foto a destra con il fratello Niccolò), responsabile dell’azienda che conta oltre 100 ettari, di cui 55 vitati, beneficiati dal microclima del Lago di Corbara.

ORVIETO CLASSICO SUPERIORE CALCAIA MUFFA NOBILE – «Crediamo in un’agricoltura naturale e sostenibile. Tutto in vigna è manuale: potatura con interramento dei tralci, sovescio per una produzione naturale dell’azoto, concimazioni organiche, trattamenti tradizionali, vendemmia. In cantina la tecnologia è al servizio dell’integrità dell’uva e del vino: nessun intervento chimico, ma solo fisico, a beneficio di naturalità e bevibilità». Qual è il vostro vino più longevo? «L’Orvieto Classico Superiore Calcaia Muffa Nobile prodotto dal 1986 dopo numerose sperimentazioni. Nettari come questo eccellono solo dopo anni di bottiglia, quando la Botrytis cinerea esprime tutte le sue caratteristiche».

LE ANNATE MIGLIORI – Chiarisce Barberani: «Sebbene al momento non sia previsto un listino ufficiale di vecchie annate, ne serbiamo un importante archivio storico e organizziamo verticali per divulgare questo patrimonio». Le annate più espressive del Calcaia? «La sorprendente 1986, dalla vivace spina acida, speziato, iodato, balsamico; con zuccheri terziari eleganti, e ricordi gustativi di frutta candita, zafferano e cenere. La 1988, che decreta la longevità di questo vino: oggi ancora integro, con aromi di miele d’acacia e frutta sciroppata, dal perfetto equilibrio dolce-acido; i sentori tipici della muffa nobile, con note di miele, mele al forno e zafferano, sono paradigmatici. Fascinoso e complesso il 1991. Ancora giovane il 1998, tra il fruttato e il balsamico. Giocato sull’opulenza il 2000, sull’eleganza il 2004. Sintesi fra queste due annate, il 2006. L’edizione del cuore è la 2001: malgrado quella vendemmia sia stata assai lunga e tardiva, oggi è un vino fresco, fruttato, speziato e vegetale, armonico e potente in bocca».

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© Riproduzione riservata - 30/08/2012

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