Baglio di Pianetto sull’Etna con la linea “fermata 125”

Baglio di Pianetto sull’Etna con la linea “fermata 125”

Baglio di Pianetto lancia un progetto che fa tappa sul versante nord del vulcano. Nascono così un bianco e un rosso Etna Doc dalle uve più tipiche della zona, Carricante e Nerello Mascalese coltivati in regime bio. Fin dagli esordi l’approccio dell’azienda è improntato sulla sostenibilità.

Il versante Nord dell’Etna ha un microclima ideale per la viticoltura. Protetto dalla presenza delle catene montuose dei Peloritani e dei Nebrodi, esso beneficia dei grandi sbalzi termici tra notte e giorno, mentre i suoli vulcanici antichi, profondi e ricchi di sostanza organica contribuiscono a caratterizzare in modo differente i vini che vi nascono. Qui ha preso vita il nuovo progetto di Baglio di Pianetto, l’azienda siciliana della famiglia Marzotto, che ha deciso di allargare i propri orizzonti al di là delle alte colline di Monreale (Palermo) e della piana di Noto (Siracusa), dove hanno sede le due storiche tenute di proprietà, per risalire lungo i pendii del vulcano.

Carricante e Nerello Mascalese in purezza

«L’idea è nata dal desiderio di portare il nostro stile e know-how in un altro angolo della Sicilia», spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato dell’azienda, «con l’obiettivo di valorizzare attraverso i nostri prodotti la tipicità di un territorio unico». Nascono così le due nuove etichette della linea “fermata 125“: un Etna Bianco Doc e un Etna Rosso Doc. «Ampliare il nostro assortimento con due nuovi vini in purezza che interpretassero secondo il nostro stile il Carricante e il Nerello Mascalese, le due principali uve autoctone coltivate sul vulcano, era un desiderio che avevamo da tempo e che ora siamo riusciti a realizzare».

Baglio di Pianetto
L’amministratore delegato Francesco Tiralongo

La nascita del nome “fermata 125”

Il progetto Etna si avvale della partnership con Cantine Valenti a Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia (Catania), che possiede vigneti tra i meglio esposti e vocati dell’area e una cantina in un’antica distilleria. «Abbiamo scelto il partner ideale che cercavamo, con il quale condividiamo anche l’approccio sostenibile. Ci siamo da subito trovati in grande sintonia e, grazie a un accordo pluriennale, i vigneti e la cantina sono condotti in stretta collaborazione con il nostro team aziendale, che supervisiona tutte le fasi produttive». La nuova linea porta il nome di una delle quattro fermate di Passopisciaro, la 125 – di fronte alla cantina – della storica ferrovia Circumetnea che, da fine Ottocento, collega Catania con Riposto, compiendo il giro intorno al vulcano.

La linea “fermata 125” comprende un Etna Rosso Doc e un Etna Bianco Doc

Scopriamo l’Etna Bianco

L’Etna Bianco Doc “fermata 125” proviene da uve certificate biologiche di Carricante al 100%, coltivate con una resa di 70 q/ha, a cordone speronato e Guyot, a 750-800 metri d’altezza, nel territorio di Castiglione di Sicilia (Catania). Dopo la raccolta manuale, l’uva va intera in pressa; seguono la macerazione a freddo sulle bucce e la fermentazione in acciaio. Il vino riposa poi sui lieviti per circa 4 mesi e altri 4 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. L’annata 2020 ha un profumo floreale (zagara e acacia) con note agrumate (mandarancio); buon equilibrio acido in bocca con spiccata sapidità accompagnata da freschezza balsamica.

E il Rosso

Il Nerello Mascalese in purezza dà vita all’Etna Rosso Doc “fermata 125”. L’annata 2019, attualmente in vendita, non è ancora certificata bio, ma lo sarà la 2020. Le piante sono allevate ad alberello con una resa di 70 q/ha nel territorio di Castiglione di Sicilia (Catania), tra i 700 e i 750 metri d’altezza. Vinificazione in parte coi raspi, macerazione prefermentativa in acciaio e malolattica svolta. Il vino matura in botte grande per un anno e in bottiglia per un altro anno. Un piacevolissimo bouquet di piccoli frutti rossi e macchia mediterranea, con sfumature di ciliegia e fragoline, connota la grande eleganza e finezza di questo rosso, frutto del versante nord etneo. Sorso fresco e fragrante, con una nota verdina che è indice di una lunga parabola evolutiva.

I progetti futuri

«I due vini sono stati, infatti, prodotti seguendo il fil rouge aziendale della longevità», commenta Tiralongo. Entrambi “tirati” in soli 13.300 esemplari annui – per il momento – in etichetta riportano l’immagine della littorina ALn56 della Circumetnea, l’automotrice entrata in servizio nel 1937 e soprannominata meusa (milza) a causa del suo colore. «In futuro pensiamo di dar vita anche a tirature limitate delle singole contrade».

La sostenibilità come valore fondante dal 1997

Il progetto Etna, inoltre, sposa l’idea di vitivinicoltura sostenibile, che da sempre guida la famiglia Marzotto in tutte le sue imprese. «Sin dal principio, Baglio di Pianetto ha perseguito la ricerca della massima qualità dei vini attraverso un’innovazione sostenibile», dice Tiralongo, mentre ripercorre i primi passi dell’azienda fondata nel 1997 dal conte Paolo Marzotto. «È stato lui il primo ad essere convinto di applicare da subito in Sicilia un approccio improntato sul rispetto del territorio».
L’ormai completata conversione di tutti i vigneti in regime biologico (110 ettari in produzione), l’indipendenza energetica da fonti proprie e rinnovabili, una cantina a sviluppo verticale completamente interrata per sfruttare la geometria e il recupero delle acque piovane sono solo alcune delle caratteristiche più evidenti che identificano la filosofia di Baglio di Pianetto.

La linea dei naturali integrali Natyr

«In coerenza con l’anima bio dell’azienda», conclude Tiralongo, «viaggia la decisione di creare, per esempio, la linea di vini naturali integrali non filtrati Natyr, senza solfiti aggiunti e ottenuti da lieviti indigeni. Si tratta di due etichette dove l’impronta umana è la più delicata e minima possibile». Per questo si è scelto di vinificare due varietà provenienti dalla Tenuta Pianetto, come l’Insolia e il Petit Verdot, ricchissime di polifenoli, così da renderli naturalmente protetti dai fenomeni ossidativi.
Natyr Insolia Terre Siciliane Igt ha un naso ampio e speziato, con note di agrumi maturi e arancia candita, fiori di camomilla, zagara, ed erbe aromatiche; di corpo robusto, ha sorso pieno, sapido e minerale. Natyr Petit Verdot Terre Siciliane Igt presenta un bouquet aromatico di frutta rossa sotto spirito (ciliegie e prugna); al palato è maturo e armonico, elegante ma intenso.

Foto di apertura: l’azienda si estende su 160 ettari a vigneto, di cui 110 in produzione

BAGLIO DI PIANETTO
via Francia, Contrada Pianetto,
Santa Cristina Gela (Palermo)
091.85.70.002
info@bagliodipianetto.it
www.bagliodipianetto.it

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Realizzato in collaborazione con Baglio di Pianetto

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© Riproduzione riservata - 09/02/2022

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