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Autochtona che passione! Si comincia lunedì

17 Ottobre 2014 Civiltà del bere
Si rinnova l'appuntamento con Autochtona, che lunedì 20 e martedì 21 ottobre torna a Bolzano per l'undicesimo anno. Un centinaio di produttori e le loro etichette sono il cuore di questa edizione 2014, dedicata come sempre ai vini e ai vitigni autoctoni dello Stivale. Due giorni per esplorare il nostro ricco patrimonio viticolo conoscendo da vicino i suoi custodi, spesso piccole realtà lontane dai riflettori. E il 22 ottobre si prosegue con Vinea Tirolensis: la degustazione dedicata ai vignaioli dell'Alto Adige. QUALCHE DETTAGLIO IN PIÙ - Il criterio di selezione è restrittivo: partecipano solo vini italiani composti almeno al 95% di varietà autoctone. Fra gli appuntamenti più attesi, da segnare in agenda sono Autoctoni che passione!, che premia le migliori etichette in degustazione con gli Autochtona Awards, e Tasting Lagrein (competizione riservata ai vini prodotti con questa varietà, in assaggio al pubblico nel giorno seguente). E chi non potesse visitare il Forum, può seguirlo in diretta dal canale youtube dedicato! DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI AUTOCTONI - Nel mondo, secondo i dati Oiv, esistono 6154 tipologie di vite, distribuite su 35 Stati. Fra questi, l’Italia risulta il terzo al mondo per numero di varietà allevate (453): il peso degli autoctoni è importante, considerando che Sangiovese, Trebbiano toscano e Catarratto sono i tre vitigni più coltivati nel Bel Paese per l’Istat. Ma cos'è davvero un vitigno autoctono? Una definizione univoca e condivisa non esiste ancora. La bozza del Testo Unico della Vite e del Vino in discussione alla Commissione agricoltura della Camera, che lo identifica come “il vitigno la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale”, ha sollevato diverse critiche. Una su tutte, quella della presidente Fivi Matilde Poggi: il rischio è che questo testo consenta “la registrazione come autoctono di qualsiasi cosa sia piantata alla data della sua entrata in vigore, senza riguardo né per le tradizioni produttive italiane né per il valore che hanno le vere peculiarità viticole nazionali sul mercato globalizzato”.

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