Arnault-Pinault: nella partita tra i signori del lusso entra in campo il vino
Il derby fra i due magnati francesi Bernard Arnault e François Pinault si gioca (anche) a colpi di acquisizioni enologiche, come il rilevamento del 100% delle quote dello Champagne Jacquesson e della Vigna di Leonardo a Milano. Ecco “chi possiede cosa” sul versante wine&beverage.
In questa storia i re Mida – anzi i re Sole, come li chiamano in patria – sono due: Bernard Arnault e François Pinault. Cognomi simili, tanto che è facile confonderli, e un unico trono da contendersi. Sono infatti i sovrani dei due principali gruppi del lusso internazionale: da un lato Louis Vuitton Moët Hennessy, che include brand del calibro di Bulgari, Cristian Dior, Fendi e Tiffany; dall’altro Kering, che comprende, fra gli altri, Gucci, Yves Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga.
Il vino è sempre più centrale nel loro business
Nel 2022, con un patrimonio personale di 186,3 miliardi di dollari, il patron di Lvmh Arnault si è aggiudicato il titolo di uomo più ricco del mondo secondo Forbes, scalzando anche Elon Musk; mentre il rivale Pinault veleggia sui 39,1 miliardi. Il loro business si concentra sull’alta moda e sull’arte in primis. Ma non solo. Il vino, infatti, appare sempre più protagonista degli interessi dei magnati e, in tempi recenti, il loro derby si sta giocando (anche) a colpi di acquisizioni vinicole.
Arnault e la Vigna di Leonardo
Lo scorso dicembre Bernard Arnault ha fatto shopping a Milano, rilevando la Vigna di Leonardo e l’annessa Casa degli Atellani, a pochi metri dal complesso della Basilica di Santa Maria delle Grazie che ospita il Cenacolo vinciano. I dettagli economici della trattativa sono rimasti riservatissimi, così come è ancora tutto da definire il tipo di gestione che sceglierà il nuovo management. I precedenti proprietari, in collaborazione con la Fondazione Portaluppi e il contributo dell’Università degli Studi di Milano, hanno creato un percorso museale, aprendo al pubblico gli interni e il giardino, dove sono state reimpiantate alcune barbatelle di Malvasia di Candia aromatica, che secondo le ricerche condotte dalla genetista Serena Imazio e dal professor Attilio Scienza, corrisponderebbe alla varietà presente nei filari originali quattrocenteschi. Al momento le visite sono ancora aperte e si spera che verrà garantita continuità anche con il passaggio proprietario.
Pinault e la Maison di Champagne Jacquesson
E Monsieur Pinault? Pochi giorni prima del colpaccio meneghino del rivale, l’Artémis Domaines (il comparto che riunisce le tenute vinicole del gruppo Kering) ha acquisito il 100% di Jacquesson, iconica Maison di Champagne di Dizy, nella Marne, la cui fondazione risale al 1798. Passata nel 1974 nelle mani della famiglia Chiquet, dal 1988 è guidata dai fratelli Jean-Hervé e Laurent, che negli anni Duemila si sono “inventati” la fortunata formula della “Cuvée 700”. Si tratta di uno Champagne non millesimato, ma volto ad esprimere le migliori caratteristiche dell’annata e capace di durare nel tempo. Da qui l’idea di nominare l’etichetta con un numero progressivo: la prima uscita, nel 2003, è la Cuvée n.728, prodotta con le migliori uve targate 2000. La più recente è la n. 746, dalle uve prodotte dai cru di Ay, Dizy, Hautvillers e Avize nel 2018.
I brand controllati dal gruppo LVMH
La galassia LVMH di Bernard Arnault include 75 marchi, per un totale di 79,2 miliardi di ricavi nel 2022. La divisione beverage Moet Hennessy conta 25 brand e 7.099 miliardi di euro di vendite nel 2022. L’elenco delle griffe comprende realtà di primo piano del panorama Champagne, con realtà iconiche come Moët & Chandon, Krug, Dom Pérignon Veuve Clicquot, Ruinart Hennessy (che insieme coprono una parte rilevante del fatturato complessivo della denominazione). E poi le zone più prestigiose di Borgogna e Bordeaux, vedi alla voce Château d’Yquem, Château Cheval Blanc e Domaine de Lambrays. In Nuova Zelanda, nella regione di Marlborough Moet Hennessy possiede l’iconica Cloudy Bay; mentre in Argentina, in provincia di Mendoza, un altro nome di culto come Cheval des Andes. Infine, sul fronte spirits, la celebre vodka Belvedere.
Le proprietà vinicole di Kering
Non meno prestigioso il porfolio del gruppo Kering, e in particolare del suo braccio enologico Artémis Domaines, che grazie all’acquisizione del 100% di Jacquesson (nel febbraio 2022 erano già state rilevate alcune quote) entra a pieno titolo nel mondo della Champagne, dove possiede anche tre quarti della Maison Henriot. In Borgogna, e più precisamente nella Côte de Nuits, è proprietario del Clos de Tart, mentre a Bordeaux del celebre Château Latour. Ancora, nella valle settentrionale del Rodano lo Château-Grillet e in California, Napa Valley, Eisele Vineyard. Merita di essere menzionata anche la proprietà della celebre Casa d’Aste Christies’s, da cui passano all’asta alcune tra le più importanti bottiglie del mondo.
Foto di apertura: © Vd photography
Tag: Artémis Domaine, Bernard Artault, Château Cheval Blanc, Château d’Yquem, Château-Grillet, Cheval des Andes, Clos de Tart, Cloudy Bay, Dom Pérignon Veuve Clicquot, Domaine de Lambrays, Eisele Vineyard, François Pinault, Jacquesson, Kering, Krug, Louis Vuitton Moët Hennessy, Maison Henriot, Ruinart, Veuve Clicquot, Vigna di Leonardo© Riproduzione riservata - 04/08/2023