Archeologia del Riesling. Oltre le Alpi e il Reno

Archeologia del Riesling. Oltre le Alpi e il Reno

di Antonella Giardina e Cristian Aiello

 

Il limes germanico è stato incluso dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Esso è senza ombra di dubbio un esempio di terroir culturale: al suo interno, i territori della Mosella e del Palatinato sono gli eredi diretti di una tradizione vitivinicola eccelsa. È in queste terre che rigogliano ancora oggi le rinomate coltivazioni del Riesling e del Traminer, radicate nell’antica sapienza. Esse sono forse direttamente riconducibili all’Argitis minor, antico vitigno romano, ampiamente apprezzato.  La bontà e la centralità di queste terre germaniche fu rimarcata ben presto anche sul piano politico. Venne fondata Augusta Treverorum, l’odierna Treviri, che divenne, e non a caso, capitale strategica dell’Impero Romano d’Occidente.

Reno e Mosella, culla del Riesling

Ausonio, nel IV sec. d.C., in un poemetto omonimo dedicato alla Mosella, descrive con particolare enfasi ciò che circonda questo fiume «lodato dai tuoi campi e dai tuoi coloni, coltivato a vigneti per il vino fragrante e a pascolo sulle rive erbose, fiume verdissimo». Inoltre, sono numerosi i ritrovamenti di impianti, sia di carattere pubblico che privato, legati alla torchiatura dell’uva. Questi confermano l’intensa vocazione vitivinicola di quest’area geografica straordinaria la cui cultura liquida si sviluppa e si irradia lungo tutto il percorso fluviale, riflettendosi ulteriormente all’interno di rimandi e citazioni pratiche. A tal proposito, potremmo citare Venanzio che, nel VI secolo, restituisce il quadro di grandi coltivazioni vitivinicole nei dintorni di Treviri. Qui è massimo l’incontro tra la Mosella e il Reno e qui, come riporta il poeta francese Ermoldo Nigello nel IX secolo, «Bacco possiede i colli dai quali trasuda vino».

 

La nave di Neumagen

 

Il ruolo del vino esaltato nell’arte: la stele di Iulius Victor

Inoltre, va sottolineato che le acque della Mosella e del Reno sono state da sempre teatro di agevole movimentazione. Non solo di vino, come testimoniato dai rinvenimenti di anfore lungo i suddetti fiumi, ma anche di uomini, di idee e di culture capaci di generare opere mirabili. Ad esempio, dalla stele di Iulius Victor deduciamo che a Treviri le attività legate al vino e al relativo commercio avevano raggiunto livelli importanti.  Infatti non si tralascia di definire il defunto, con una punta di orgoglio artigiano, addetto agli imballaggi e ai sacchi e, in particolare, produttore di botti per il vino.

…e la nave di Neumagen

Singolare è infine il monumento funerario a forma di nave fluviale del mausoleo di Neumagen. Qui un imperituro comandante è intento a intimare ai rematori, dalle fattezze barbariche, di adoperarsi affinché le botti trasportate e ricolme di vino possano risalire le acque del fiume e giungere prontamente fino alla meta oltremondana. In questo caso è riproposta, ancora una volta, la circolarità simbolica dell’oltrevino.

L’articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2018. Per leggere il numero effettua il login, oppure acquistalo sul nostro store (anche in digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com

Tag: , , ,

© Riproduzione riservata - 29/08/2018

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto