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Annate storiche: Feudi di San Gregorio, protocolli precisi

3 Gennaio 2013 Roger Sesto
Fondata nel 1986, la cantina di Sorbo Serpico, nel cuore dell’Irpinia (www.feudi.it), produce oggi 3,2 milioni di bottiglie. I terreni di proprietà superano i 300 ettari e una pari superficie è oggetto di contratti di affitto a lungo termine con piccoli coltivatori locali. L’azienda è di proprietà della famiglia Capaldo ed è guidata dal 2009 da Antonio Capaldo, presidente e responsabile commerciale, e dall’agronomo Pierpaolo Sirch, amministratore delegato. Mission di questa realtà campana è la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo, con particolare attenzione alla tradizione locale. DA TRENT'ANNI IL RECUPERO DELLA TRADIZIONE - Già nel 1986, quando in molte zone d’Italia i vitigni internazionali stavano soppiantando le varietà autoctone, Feudi scelse di concentrare i suoi sforzi sui vini-vitigni della tradizione irpina: Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina e Aglianico. I nuovi impianti nacquero dalla “riproduzione” dei vigneti storici (alcuni di oltre 100 anni), individuati grazie all’aiuto di anziani viticoltori locali e studiati geneticamente con il contributo di esperti quali l’agronomo Attilio Scienza. Grazie a questo impegno è stato possibile, soprattutto nell’area di Taurasi, il recupero di antiche viti di 150 anni di età coltivate con la tradizionale pergola, a cui si sono affiancati i vigneti moderni realizzati negli ultimi vent’anni. IL SERPICO, AGLIANICO IRPINIA - Chiediamo quale etichetta sia più adatta a una lunga evoluzione. «Il Serpico, Irpinia Aglianico» ci dice Antonio Capaldo. Il progetto di questo vino coincide con il progetto stesso di creare Feudi di San Gregorio. «Valorizzare il nostro patrimonio tradizionale - di vitigni e viti - è stato infatti il motivo ispiratore dell’azienda; in questo modo è nata anche l’idea di un vino capace di condensare il frutto delle vigne più vecchie, con precisi protocolli vendemmiali, di vinificazione e di scelta dei legni, al fine di giungere a un prodotto capace di durare a lungo nel tempo. Le prove fin qui effettuate sono state positive; abbiamo ancora nelle nostre cantine i primi testi di Serpico dei primi anni Novanta, mai commercializzati, ancora freschi e strutturati». Domandiamo quali siano le annate top. «La 1999 e la 2001, figlie di due vendemmie straordinarie; sullo stesso piano porrei la 2008 e la 2009, ancora molto giovani, ma frutto di una maggior consapevolezza da parte nostra delle reali potenzialità dell’Aglianico».

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