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Amarone Gioè, da cinquant’anni simbolo di Santa Sofia

2 Maggio 2014 Monica Sommacampagna
L’azienda Santa Sofia di Pedemonte celebra quest’anno il primo mezzo secolo di storia per Gioè, Amarone della Valpolicella Classico Doc: l'etichetta di punta della casa vinicola veronese. Un passito rosso prodotto solo in 17 vendemmie in 50 anni, a testimonianza dell’opera di selezione accurata che la famiglia Begnoni ha svolto sin dal 1964, in epoca pre-denominazione di origine controllata, quando le scelte di qualità non erano disciplinate da rigide norme ed erano poco ovvie ma molto lungimiranti. ALTA QUALITÀ: UN IMPEGNO PER LA VITA - Gioè è un nome utilizzato con un significato preciso, “gioia per il palato”, e non a caso. «Il Gioè» ci dice Giancarlo Begnoni «rappresenta l’impegno di tutta la mia vita: quello di produrre vini di pregio, in quantità limitata, che sappiano dare piacere a chi li beve. Oggi commercializziamo il 2007, la prossima annata sarà il 2011». Questo salto di 4 anni non è nuovo alla famiglia Begnoni per un vino che mantiene intatta nel tempo la propria cifra stilistica, e oggi sfiora il traguardo delle 15.000 bottiglie. L'EVOLUZIONE DEL LEGNO - L’Amarone Gioè viene da sempre ottenuto da uve Corvina (intorno al 70%) con eventuale presenza di Corvinone, Rondinella (25%) e Molinara (5%) nei vigneti delle zone vocate di Fumane, San Pietro in Cariano e Negrar. Una continuità produttiva che ha visto variare negli anni l’uso dei legni per l’invecchiamento: «All’inizio utilizzavo soltanto botti in rovere di Slavonia per tutti i 5 anni di maturazione, poi ho introdotto i legni piccoli, tarando via via la lunghezza della permanenza del vino in questi contenitori in base all’annata» ricorda Giancarlo Begnoni. «Quindi la maturazione in botti di rovere di Slavonia è passata dai 5 anni a 36 mesi seguita da un anno in botticelle da 225 litri di rovere francese. Successivamente, a partire dai millesimi degli anni 2000, il Gioè matura per 24 mesi in botti di rovere e per 18 in barrique». IL TRAGUARDO DEI CINQUANTA - Oggi si può acquistare il 2007, l’annata del 50esimo, contrassegnata dall’etichetta speciale a ricordo della ricorrenza che, spiega il figlio Luciano Begnoni, «richiama le colonne della villa palladiana sede della nostra azienda, mentre il logo del cinquantenario rimanda a un particolare del fregio della copertina dei Quattro libri dell’architettura di Andrea Palladio, ripreso nelle etichette dei nostri vini più pregiati». I DONI DEL TEMPO - Tra le note distintive del 2007, annata caratterizzata da inverno mite e da una primavera-estate con temperature sopra la media, segnaliamo una vivace ciliegia marasca e uno speziato che lasciano presupporre interessanti evoluzioni nel tempo. Ipotesi non casuale, dopo aver degustato anche il 2000, 1998, 1995 e il 1977 a Vinitaly: nell’excursus a ritroso nel tempo, le note sono risultate sempre più balsamiche, fino all’inedito 1977, con eleganti note di fiori appassiti e chinotto. Evoluzione nella coerenza di uno stile preciso e radicato nella tenacia di una famiglia.

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