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Alessandro François e il passaggio generazionale: “Non ho mai forzato i miei figli”

29 Gennaio 2013 Civiltà del bere
A Urbino, durante un summit delle famiglie del vino nell’ambito della manifestazione Urvinum, abbiamo parlato con Alessandro François, patron di Castello di Querceto (Greve in Chianti - Firenze) del passaggio generazionale nella sua azienda. Dopo gli articoli Carlotta Pasqua e il passaggio generazionale: “Professionalità prima di tutto” e Francesca Argiolas e il passaggio generazionale: “Sono la terza, quella kamikaze”, dove abbiamo ascoltato le parole dei figli, con Alessandro François abbiamo sentito l'opinione di un padre che porta con sé anche il suo esser stato figlio. DI PADRE IN FIGLIO, SULLA SCIA DELL'ENTUSIASMO - «Sono un ex manager», ha cominciato François, «che a un certo punto della vita, in un momento di follia, ha deciso di tornare alle origini per occuparmi dell’azienda di famiglia che, oggi, è passata ai miei figli». A muoverlo verso questa scelta una sola cosa: la passione. «Quando si lavora con il vino, propagatore di entusiasmo, le generazioni successive vogliono quasi sempre seguire la strada dei padri. Io però non li ho mai forzati, anzi, non li ho mai neppure incoraggiati così come era stato fatto con me». Pur senza far niente l’amore si è trasmesso capillarmente in casa François dato che sono entrati in azienda anche nuore e generi: «Oggi siamo in sette familiari impegnati in Cantina». Sull’argomento del passaggio generazionale nelle aziende italiane, abbiamo pubblicato anche: Piero Antinori e il passaggio generazionale: “Sogno un filo diretto coi miei antenati” La famiglia Zonin e il passaggio generazionale: “Sappiamo attendere il momento giusto”  Carlotta Pasqua e il passaggio generazionale: “Professionalità prima di tutto” Teresa Severini Lungarotti e il passaggio generazionale: “Ho fatto da ponte all’arrivo di mia sorella” Barbara Mottura e il passaggio generazionale: “Mio padre è il mio più grande maestro” Francesca Argiolas e il passaggio generazionale: “Sono la terza, quella kamikaze”

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