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Addio a Riccardo Falchini

29 Novembre 2010 Emanuele Pellucci
Dopo la morte di Giovanni Panizzi avvenuta un mese e mezzo fa, il mondo della Vernaccia di San Gimignano piange un altro dei suoi produttori storici. Riccardo Falchini, 75 anni, già imprenditore edile pratese di successo, è morto improvvisamente giovedì scorso nella sua casa di Firenze. L’amore per il vino, che gli veniva da antiche tradizioni di famiglia, lo spinse ad acquistare nel 1964, appena ventinovenne, un antico casale alle porte di San Gimignano con l’intento di realizzare un’azienda vitivinicola modello. Erano anni in cui la Vernaccia era poco conosciuta, ma un decennio dopo l’incontro con Giacomo Tachis fu determinante per lo sviluppo qualitativo della produzione. Fu la prima cantina in zona ad impiegare, ad esempio, il sistema di controllo delle temperature, sia per la fermentazione dei mosti che per la stabilizzazione del vino bianco. Nella gamma non solo vini bianchi però, ma anche rossi di pregio e perfino spumanti: nel 1979 nacque, infatti, sempre grazie all’amicizia con Tachis, il primo spumante metodo classico prodotto a San Gimignano con base di uve Vernaccia. Seguirono i primi vigneti sperimentali di Cabernet Sauvignon, con la supervisione dell’università di Firenze, uve che poi, con il primo uso di barriques francesi, dettero vita al Campora, uno dei primi Supertuscan. Ampliata negli anni successivi, oggi l’azienda possiede oltre 35 ettari di vigneto dove si coltivano Vernaccia, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Trebbiano toscano e Malvasia. Persona cordiale, generosa e di modi semplici nonostante il prestigio che derivava all’azienda da suoi ottimi vini, Riccardo Falchini era un instancabile viaggiatore, sempre presente alle maggiori fiere vinicole nel mondo e sui principali mercati internazionali. Oltre alla Vernaccia, di cui era uno dei personaggi più rappresentativi, Falchini era orgoglioso dei suoi rossi, in particolare il Campora (Cabernet Sauvignon 95% e Merlot 5%), che negli ultimi 18 anni ha conquistato la bellezza di 15 medaglie d’oro e 18 d’argento nei più qualificati concorsi enologici internazionali. Adesso l’azienda passa nelle mani dei figli Michael e Christopher, che già da anni lo affiancavano nella conduzione; a loro e alla moglie Laina Civiltà del bere esprime le più sentite condoglianze.

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