In Italia

In Italia

Abbazia di Rosazzo di Livio Felluga: un sogno che diventa realtà

18 Marzo 2011 Civiltà del bere
Per Livio Felluga, i suoi figli e la sua Azienda, la presentazione di un vino che si chiama, semplicemente, Abbazia di Rosazzo è stato un momento emozionante, commovente, magico come un sogno. Erano gli anni '50 del secolo scorso, quando Livio Felluga (96 anni festeggiati lo scorso settembre) acquistava a Rosazzo le sue prime vigne ed iniziava un rapporto d'amore con l'Abbazia. Oggi la sua azienda ha una estensione di duecento ettari; produce vini che hanno fatto la storia della viticoltura friulana; ma la produzione di ABBAZIA DI ROSAZZO 2009 rappresenta il coronamento, più che di una carriera, del sogno di una vita. La presentazione (meglio: la condivisione del sogno con tanti amici) è avvenuta  nel solo luogo possibile, l'Abbazia di Rosazzo appunto, dove da secoli spiritualità e vino convivono in armonia, in una giornata di primavera anticipata “regalata” ai Felluga e ai loro ospiti da Qualcuno che... se lo può permettere. “Abbazia di Rosazzo” (annata 2009, la prima da quando i Felluga hanno avuto in gestione gli storici vigneti di proprietà della Curia arcivescovile udinese) è un uvaggio bianco “Rosazzo” (al momento sottozona della DOC Colli Orientali, a breve sarà DOCG) a base Friulano con Sauvignon, Pinot bianco, Malvasia e Ribolla gialla. Il debutto dell'ultimo nato di casa Felluga è avvenuto all'interno del complesso abbaziale. Come prologo, all'interno della chiesa di San Pietro Apostolo, un concerto del maestro Nazzareno Carusi, uno dei pianisti più famosi nel panorama della musica classica che ha eseguito musiche di Franz Liszt. A seguire, il primo assaggio nel luogo più consono: la storica cantina dell'Abbazia. Ed infine, festa grande: una elegante colazione con Abbazia di Rosazzo 2009 abbinato ai piatti creati per l'occasione da tre ristoranti “top” del territorio: Il Campiello di San Giovanni al Natisone (consommé di crostacei e scampi profumati d’arancio, fiori eduli e ravioli di sedano rapa), La Subida di Cormòns (vermicelli di farina di carrube, listarelle di faraona, mele secche e noci), Il Castello di Trussio (orzotto mantecato con pernice, fischione e mestolone). Tre piatti intriganti, tre abbinamenti che hanno messo in risalto le caratteristiche uniche di un vino (di un sogno) divenuto realtà... dopo oltre cinquant'anni.

In Italia

WOW! The Italian Wine Competition 2025: i 9 Best in Class

Ecco i vini più meritevoli per tipologia, che hanno conquistato la giuria […]

Leggi tutto

Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate

Una verticale che abbraccia oltre trent’anni e le etichette di punta aziendali, […]

Leggi tutto

Barolo Serralunga d’Alba: il 2022 è fuori dai canoni

A Serralunga Day, abbiamo assaggiato Barolo con la menzione geografica comunale che […]

Leggi tutto

Livon e i 40 anni della Donna alata di Erté

Era il 1985 quando Valneo Livon si innamorò di una sinuosa illustrazione […]

Leggi tutto

Rottensteiner presenta Trigon e alza l’asticella del Lagrein

A Milano ha debuttato la nuova etichetta dedicata da Judith e Hannes […]

Leggi tutto

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati