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A San Michele all’Adige il punto tecnico sulla vinicoltura trentina

17 Dicembre 2010 Jessica Bordoni
Il 16 dicembre oltre 250 viticoltori si sono incontrati all’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Trento) per fare il punto sulla viticoltura trentina. Durante la giornata di studio, organizzata dal Centro trasferimento tecnologico Iasma, alcuni esperti del settore hanno preso in esame questioni quali: l’andamento climatico e fitosanitario, il diradamento chimico e la sfogliatura meccanica, l’utilizzo del rame nella difesa della vite e il mal dell’esca. Francesco Fellini del Centro trasferimento tecnologico Iasma ha precisato che la sanità delle uve all'ultima vendemmia è apparsa buona, la peronospora non è stata pericolosa, l’oidio è rimasto contenuto grazie a una tempestiva difesa fitosanitaria e la botrite è arrivata solo in alcune zone dopo le piogge settembrine. Il suo collega Roberto Lucin ha spiegato come il diradamento con fitoregolatori e l’utilizzo di macchine sfogliatrici nel periodo della fioritura abbiano aperto nuovi scenari nella protezione dai marciumi dovuti ai grappoli troppo compatti. Marco Delaiti, anch'egli del Centro trasferimento tecnologico Iasma, ha tratteggiato una panoramica dell’impiego di prodotti contenenti rame per i trattamenti antiperonosporici nella provincia di Trento, analizzandone le criticità. Infine, Daniele Prodorutti del Centro ricerca e innovazione Iasma si è occupato del mal dell’esca, patologia causata di un gruppo di funghi che attaccano il legno della vite, commentando le recenti sperimentazioni effettuate dall’Istituto di San Michele attraverso l’agente di biocontrollo Trichoderma.

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