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I cru di Pinot nero di Castelfeder

24 Agosto 2020 Civiltà del bere

Dai vigneti di Glen, Buchholz e Mazon, nella Bassa Atesina, nascono tre prestigiose etichette single vineyard di Castelfeder. La famiglia Giovanett, giunta alla terza generazione della guida aziendale, ha scelto di vinificare le uve di Pinot nero nello stesso modo per marcare le differenze tra i diversi terroir.

Il Pinot nero è un’uva difficile, ma anche una delle più affascinanti. Tra le zone d’elezione italiane c’è l’Alto Adige, dove la famiglia Giovanett, proprietaria di Castelfeder, ha raccolto la sfida di produrre tre cru molto eleganti.

Tre Pinot nero vinificati in modo identico e del tutto diversi

«Con la vendemmia 2018, al nostro Pinot nero Glen abbiamo aggiunto Buchholz e Mazon», spiega Ivan Giovanett, terza generazione alla guida aziendale con la sorella Ines e i genitori Günther e Alessandra. «Si tratta di tre rossi distintivi, espressione autentica del proprio terroir», precisa Ivan Giovanett. «Per marcare le differenze, nonostante la vicinanza geografica dei tre vigneti, vinifichiamo le uve in modo identico: micro fermentazioni con successiva permanenza in barrique per 1/3 nuove, 1/3 di secondo passaggio e 1/3 di terzo passaggio».

Glen, il vigneto più soleggiato

Le tre località sono situate a ovest della Bassa Atesina. In particolare Glen porta il nome dell’omonimo altopiano sopra Mazon. Il nonno Alfons Giovanett ne ha riconosciuto il potenziale negli anni Settanta e ha investito alla giusta altitudine. «Grazie al suo orientamento sud-ovest, è il vigneto più soleggiato. Tuttavia, il clima è molto fresco a causa dell’altezza estrema: da 450 a 790 metri. Glen combina la potenza e la nota fruttata dei vigneti inferiori con la freschezza, l’eleganza e la finezza delle trame più alte», prosegue Ivan Giovanett.

Buchholz, fresco, elegante e delicato

Le pendenze ripide di Buchholz si ergono tra i 440 e i 740 metri sopra Salorno. I terrazzamenti sono rivolti a nord-ovest dove le viti, tra 25 e 60 anni, maturano lentamente. «Geologicamente parlando, siamo all’altezza della linea di Trodena, una faglia caratterizzata dalla contrapposizione tra dolomite calcarea e strati di porfido con sovrapposizione di argilla rossa.
Il Pinot nero Buchholz ha una personalità fresca, elegante e delicata, con buona acidità e basso estratto», spiega Günther Giovanett.

Mazon, il Gran Cru del Pinot nero

E poi c’è Mazon, considerato il Gran Cru del Pinot nero italiano. Le uve della selezione Castelfeder provengono dal maso più alto, a circa 450 metri,
sopra il villaggio di Egna. La posizione è incastonata tra i fianchi delle montagne del Parco naturale del monte Corno e quindi priva del sole mattutino. «L’appezzamento beneficia della lunga esposizione pomeridiana e serale, dei freschi venti autunnali e del drastico calo di temperatura notturno. In inverno, la neve permane a lungo garantendo un buon apporto d’acqua in primavera», precisa Ivan Giovanett.
Le viti, di oltre 60 anni, hanno una resa molto bassa. «Ne nasce un Pinot nero dal colore deciso, voluminoso e rotondo nella sua struttura», conclude Ines Giovanett.

Realizzato in collaborazione con Castelfeder.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2020. Acquista

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