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Allegrini: festa di fine vendemmia con la galzèga e un diario

3 Novembre 2010 Elena Erlicher
«Quella del 2010 è stata una “vendemmia di luce”», ha detto Franco Allegrini, che con la sorella Marilisa e la nipote Silvia, sono l’anima e il corpo dell’omonima Cantina di Fumane di Valpolicella (Verona). «Quest'anno,  la maturazione delle uve ha beneficiato più della luce del sole che del calore e i vini hanno una maggiore finezza aromatica». Quest’anno Allegrini, in occasione dei 60 anni dell’uscita sul mercato della prima bottiglia di Amarone, ha celebrato la fine della raccolta con la tradizionale galzèga, la festa dell’uva, il 30 ottobre nella cinquecentesca Villa della Torre. E per ripercorrere la vita degli ultimi 40 giorni in vigna, intensa e ricca di fatiche ma anche di tante soddisfazioni, la famiglia Allegrini ha pubblicato per la prima volta un Diario della Vendemmia. Qui sono annotate giorno per giorno, in modo dettagliato e a volte anche colorito, gli orari, le condizioni atmosferiche, le persone, il lavoro e gli aneddoti riguardanti la raccolta. Terminate le preoccupazioni per le piogge che, a tratti, hanno accompagnato la vendemmia e dopo essersi assicurata di aver portato a casa grappoli sani e dalle bucce integre, fattore fondamentale per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, la famiglia Allegrini ha potuto festeggiare insieme a tutti i suoi dipendenti, compresi quelli delle tenute toscane San Polo, a Montalcino, e Poggio al Tesoro, a Bolgheri. Alla serata ha partecipato anche un gruppo di giornalisti del settore, che in mattinata avevano avuto l’occasione di visitare il moderno centro di appassimento Terre di Fumane, dove sostano per 100 giorni le uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta che danno vita all’Amarone Allegrini. Per l'occasione si è svolta anche a Villa della Torre, una verticale di cinque annate di Amarone (1997, 2000, 2001, 2004 e 2006) guidata da Franco Allegrini e da Paolo Mascanzoni, direttore della produzione. La galzèga di Allegrini è stata allietata da canti e balli e dalla lettura di poesie sul mondo del vino, selezionate da Gianni Moriani dell’Università di Venezia. Ai versi di Catullo, Carducci, Baudelaire, Borges, Neruda e del poeta dialettale Barbarani è seguita la cena con piatti tipici del territorio, come il risotto alle pere e monte veronese, accompagnata, naturalmente, dai vini di tutte le tenute Allegrini.

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