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Alkermes made in Florence all’Officina di S.M. Novella

28 Agosto 2018 Maria Cristina Beretta

Il liquore principe della zuppa inglese nasce nel capoluogo toscano nel XVIII secolo. La nota erboristeria, un tempo dei frati domenicani, oggi mantiene materie prime e ricette originali con tecnologie all’avanguardia

Una zuppa inglese come si deve ha il pan di Spagna inzuppato in una bagna di Alkermes, facilmente riconoscibile dal rosso brillante tra i vari strati, lo stesso che caratterizza il colore delle pesche dolci alla toscana, dessert italiano molto noto nella regione e nelle Marche. Quando fra’ Cosimo Bucelli scrive la ricetta dell’Alkermes corre l’anno 1743. È probabile che il liquore fosse già conosciuto, ma a lui va il merito di avere codificato materie prime e tecnica di produzione. A quei tempi questi superalcolici avevano funzione di medicinale e l’Alkermes, a base di cannella, chiodi di garofano e noce moscata, era anche corroborante, per questo è più dolce di altri.

La produzione fiorentina ieri e oggi

Fra’ Cosimo si occupava dell’erboristeria dell’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, ospitata nella basilica fiorentina in cui i frati domenicani, arrivati nel XIII secolo, iniziarono a coltivare orti e a produrre farmaci per loro stessi. Solo nel 1612 l’attività dei frati si apre al pubblico e amplia la sua offerta di profumi. Dopo la metà del 1800, con la confisca da parte dello Stato dei beni della Chiesa, l’Officina è condotta dalla famiglia Stefani, parenti dell’ultimo frate direttore. Attualmente l’Officina ha due comproprietari, Diana Stefani e il presidente Eugenio Alphandery (nella foto), ingegnere, entrato nello staff nel 1989. Quest’ultimo ha addirittura creato macchinari su misura e ha avuto la costanza di mantenere tutta la produzione, ottenuta da materie prime naturali, all’interno dell’azienda.

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