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L’ante-anteprima del Brunello 2013. Annata in “stile Novecento”

30 Gennaio 2018 Aldo Fiordelli
A dispetto di una primavera fin troppo piovosa, il millesimo 2013 del Brunello ha meritato 4 stelle. A parere nostro sono anche poche, dato il lavoro alle spalle di selezione clonale e la perfetta maturazione dei tannini. Abbiamo fatto un giro di assaggi intorno a Montalcino: un'ante-anteprima del Brunello 2013.

Prima dell'anteprima Brunello 2013

Un’annata classica. È questa la prima impressione dopo un giro di assaggi nelle sottozone di Montalcino per scoprire il Brunello 2013. Classica come s’intendono le annate a Bordeaux, né troppo difficili né esageratamente concentrate e alla lunga perlopiù sorprendenti. «Un’annata vecchio stile», come l’ha definita l’enologo ilcinese Paolo Vagaggini. In “stile Novecento” ha commentato il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci all’indomani della vendemmia.

La pioggia primaverile incide sull'annata

Per capire il valore della 2013 a Montalcino bisogna partire dalla 2012 siccitosa e solare che ha ricevuto le cinque stelle. In primavera le viti assorbirono il sole necessario a immagazzinare buone riserve per le gemme dell’anno dopo. Un vigore di partenza rivelatosi indispensabile a selezionare i migliori grappoli, perché a caratterizzare più di tutto il 2013 è stata la pioggia primaverile. Lo dicono i numeri. Secondo il report pluviometrico della Regione Toscana "mediamente sul territorio regionale sono caduti circa 1.200 mm di pioggia". A luglio 2013 in pochi avrebbero scommesso su questo millesimo. Ma l’annata classica è arrivata.

Cosa rende così speciale il Brunello 2013?

La raccolta a ottobre inoltrato ha consentito di aspettare una perfetta maturazione dei tannini, senza l’incombere di concentrazioni zuccherine esagerate come nelle recenti annate calde. Chi si ferma a guardare solo alle piogge primaverili del 2013 sottovaluta le caratteristiche di Montalcino. In questi anni si è lavorato per scegliere le viti con maggiore capacità di fotosintesi e le selezioni clonali che ne sono scaturite hanno consentito una risposta efficace al prosieguo della stagione portando a maturazione le uve nonostante il ritardo della primavera fresca e umida. La 2013 ha già dimostrato inoltre di essere una bella annata in Toscana, a cominciare dal vicino Chianti Classico.

Più equilibrato del 2012, più tradizionale del 2010

Infine un vino non ha solo bisogno di tanto di tutto per essere longevo, necessita soprattutto di equilibrio tra le sue componenti. Cosa che di certo non manca alla 2013, più equilibrata e meno alcolica della 2012. Più precisa e regolare della pur potente 2011. Più complessa e classica, meno leziosa e più tradizionale della 2010. Perché le quattro stelle al posto delle cinque? Forse perché alla 2013 manca un po’ della potenza di annate come la 2006 alla quale pure è molto vicina e paragonabile. Tuttavia quella delle 4 stelle resta una scelta difficile da capire, a meno di non restare ancorati alla logica per la quale la ricchezza di zuccheri corrisponde a un’annata a cinque stelle.   L'articolo integrale sarà pubblicato su Civiltà del bere 1/2018 (in edicola da metà febbraio 2018 e in vendita su store.civiltadelbere.com). Con gli assaggi in anteprima del Brunello 2013 de Il Marroneto, Le Potazzine, Col d'Orcia, Piancornello, Tenute Siilvio Nardi.

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