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La verticale: Trebbiano Masciarelli 2004-2014

2 Gennaio 2017 Roger Sesto
Immutato nel tempo, mutato dal tempo. Degustare in verticale un grande bianco è sempre un’emozione: esperienza che ha tanto più senso quanto più i protocolli vitienologici del vino che si va ad assaggiare rimangono sostanzialmente i medesimi, come per il Trebbiano d’Abruzzo Doc Castello di Semivicoli di Masciarelli. Ciò rende infatti le annate direttamente comparabili fra loro, con le uniche variabili costituite dal tempo trascorso e dalle caratteristiche meteo dei vari millesimi.

Punto di riferimento per il vino abruzzese

L’azienda nasce nel 1981 grazie a Gianni Masciarelli, protagonista dell’affermazione della vitivinicoltura abruzzese moderna. Pur se il cuore della Cantina resta a S. Martino sulla Marrucina (Chieti), oggi la moglie Marina Cvetic può contare su 300 ettari di terreni vitati o coltivati a olivo, sparsi fra le aree viticole più vocate della regione, per una produzione di 2,5 milioni di bottiglie. Nel segno del costante e appassionato impegno a un’innovazione sostenibile, rispettosa dell’ambiente, del territorio e della tradizione, si colloca anche la ristrutturazione del Castello di Semivicoli, seicentesca residenza baronale, riconosciuta monumento d’interesse storico, oggi relais de charme immerso tra i vigneti, punto di riferimento per eventi e degustazioni, e tappa obbligata per ogni enoturista di passaggio in Abruzzo.

Qualche nota tecnica

Le uve di questo Trebbiano, prodotto dal 2004, provengono da una vigna di Casacanditella (Chieti), a 380 m slm, esposta a nord nordest, su terreni di medio impasto e sciolti, allevata a pergola abruzzese. La densità degli impianti varia da 1.600 ceppi/ha per quelli più vecchi, quarantenni, a 8.000. Dopo la vendemmia manuale, che si svolge di regola nella prima metà di ottobre, le uve vengono criomacerate per 14 ore, quindi pressate sofficemente; il mosto subisce una decantazione statica e poi una fermentazione alcolica a bassa temperatura in acciaio; il vino quindi resta in inox ad affinare sulle proprie fecce; segue infine una maturazione in bottiglia di 2 anni prima della vendita.    

Il Trebbiano Masciarelli 2014 scalpita

2014 annata molto fresca sino alla prima decade di agosto, quando è finalmente arrivato il sole, per un risultato equilibrato per quantità e qualità. Produzione: 13.000 bottiglie e 120 magnum. Brillante con riflessi verdolini, ha profumi delicati di confetto, gelso e ribes bianchi, con cenni di fieno; il sorso è polposo, morbido in ingresso, dalla progressione molto fresca di acidità e finale netto, persistente, assai sapido, appena amaricante di liquirizia. Oggi ancora un po’ scontroso, ha di fronte a sé un virtuoso avvenire. Non a caso l’azienda lo immetterà sul mercato solo nel 2018.

In anteprima anche il 2013

2013 bizze climatiche a parte, è stata un’annata favorevole alla vite, che ha svolto un ciclo vegetativo regolare. La neve ha contribuito a creare una riserva idrica dissipata dalla siccità del 2012. Da metà luglio è giunto il caldo, a favorire decise escursioni termiche. Produzione: 13.700 bottiglie e 200 magnum. Paglierino-argentato, offre un naso meno espressivo, che dopo alcuni minuti lascia percepire leggeri sentori di uva spina, ribes bianchi, note agrumate; al sorso, rivela un’acidità piuttosto “verde” che prevale su di una struttura un po’ sottotono. Va detto che verrà commercializzato solo dalla primavera 2017. E poi si prosegue, fino alla 2004.
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 06/2016. Per scoprire di più sulle altre annate in verticale acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com. Buona lettura!

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