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Nel Pinot nero Ludwig di Elena Walch la poesia di Cummings

12 Febbraio 2017 Luigi Marchioni

Sul Pinot nero si è scritto e detto tanto. Migliaia di parole sono state spese per parlare di altrettanti produttori e del loro modo di decifrare questo vitigno così "bisbetico". Un cultivar indubbiamente difficile, tanto difficile da renderlo leggenda fra gli enofili o i semplici appassionati di tutto il mondo. Se poi parliamo di vini prodotti da aziende come Elena Walch, che il Pinot ha saputo declinarlo in modi diversi conferendogli ogni volta un'anima tutta sua, allora trovare nuove accezioni per definirlo diventa ancora più arduo.

Affinità elettive: Elena Walch e Cummings

Ciò che a me preme fare in questa sede, non è tanto e non solo raccontare il Pinot nero Ludwig 2010, annata peraltro degna di spunti interessantissimi, quanto trovarne una chiave di lettura in qualche maniera unica. Raccontarne, per così dire, l’affinità elettiva con un grande innovatore della poesia contemporanea di ricerca, E. E. Cummings. Poeta americano della prima metà del ‘900, avanguardista e riformatore del concetto stesso del fare poetico:

im(ape)mo bi l(ne)e d(ll’ u)or(ni ca)mi(rosa)tu (Cummings, dalla raccolta 95 Poems)
Per me tutto è partito proprio da qui, dalla simultanea scoperta di un produttore e del suo vino, nonché di un poeta e delle sue opere

Saper precorrere i tempi

Se dovessi spiegare il perché di questo abbinamento, troverei subito una sostanziale similitudine di fondo. Così come Cummings ha saputo rileggere il passato e la tradizione, trasformandoli in qualcosa di nuovo e di diverso, altrettanto Elena Walch rappresenta ai miei occhi un po’ quello che, per certi aspetti, è un modo nuovo e diverso di produrre Pinot nero. Blasoni a parte (indubbiamente l’azienda altoatesina rappresenta un fiore all’occhiello nella produzione vitivinicola italiana e internazionale),  il doppio fil rouge che unisce questi due mondi all’apparenza distanti è per entrambi quello di tracciare la via, cercando sempre di precorrere i tempi.

Il Pinot nero Ludwig di Elena Walch

C’è poi indubbiamente l’emozione, tattile e sincera, che mi ha fatto subito pensare a uno dei miei poeti preferiti, nel momento in cui ho stappato la bottiglia di Ludwig. L’annata 2010 (siamo nella Doc Alto Adige) è, come le altre, un Pinot nero (Blauburgunder) in purezza. La luce con cui cancella la trasparenza del calice, marchiandolo col suo rosso rubino intenso dai riflessi vagamente granato, mi svela immediatamente il bel lavoro condotto in vigna e in cantina dall’enologo Gianfranco Faustin. Colore brillante, limpido, pulito, diretto.
se io amo Te (densità sta per mondi abitati da girovaghe fate gaie severe se tu mi ami) distanza è mente bene alluminata con numerosi gnomi di sogno totale se (timidamente) ci amiamo, quello che nuvole fanno o Fiori Silenti è bello meno del nostro respiro (Cummings, dalla raccolta W)

Profumi intimi e intriganti

Il naso, dal canto suo, viene riempito bene, lasciando che siano piccoli sentori, quasi intimi, a trovare spazio e giusta collocazione, uno dietro l’altro. Frutti rossi maturi si susseguono velocemente; ed ecco arriva il ribes, il mirtillo, ma anche le più comuni ciliegie, lamponi e fragoline di bosco. Sui terziari il gioco si fa meno deciso ma sempre intrigante, con un vanigliato percettibilissimo e fresco, un vago sentore di spezie e note agrumate in lontananza.
c’è un suolo lunare nella notte blu amoroso d’acque tremulo, cieco di silenzio il cielo ondoso brama dove (Cummings, dalla raccolta Cosa è per me la tua bocca)

Finale croccante, vestito di parole

E giunti al primo sorso, il Blauburgunder finalmente si racconta, compiendo un cammino sensoriale suggestivo. Non ci si aspetti un Pinot maestoso, questo no, ma un gran bel vino dal carattere gentile e raffinato. Un corpo buono, caldo, indubbiamente morbido. Tannini vellutati e un’acidità frizzante accompagnata da mineralità armonica. Sinfonia che ricalca e amplia lo spettro olfattivo, con nuove suggestioni di cannella e sottilissimo caffè tostato. Un finale persistente, croccante e sensuale al contempo, che dà al Ludwig la cifra stilistica del suo essere Pinot.
uccelli ( qui,inven tano aria U )sando del crepuS( colo la v va vas ( vast ità (Cummings, No Thanks)

Quando il vino si fa poesia

Parlare di un vino e di un’azienda che fa della ricerca il suo punto di forza, significa non già parlare di un prodotto, ma della filosofia che lo muove. Geograficamente lontana dai grandi Pinot di Borgogna, Elena Walch è riuscita nel tempo a creare qualcosa di diverso ma ugualmente seducente.
tu sei come la neve solo più pura e agile, come la pioggia solo più dolce fragile tu cui certi fiori assomigliano ma tremando (Cummings, dalla raccolta Is 5)
Per questo ho scelto di descrivere il Ludwig, proprio per quel suo rimando così deciso all’opera di un artista che nel mio percorso letterario ha significato tantissimo. Quando un vino riesce nel delicato compito di esprimersi attraverso il linguaggio della poesia, i nomi e le etichette inevitabilmente cadono, lasciando spazio solo a parole e versi, offerti alla memoria da quel bicchiere.
t ra mon tagn e che v anno sv anendo v agano cri stiane soa vissime cam pane e noi ci saremo,tu ci sarai, io ci sar ò?? Dun que or a bac iam oc i (Cummings, dalla raccolta Cosa è per me la tua bocca)
 

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