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Nuova viticoltura a Marzamemi: Nero d’Avola in rotonda

22 Agosto 2016 Emanuele Pellucci
Chi ha avuto di recente l’idea di piantare una piccola vigna all’interno di una rotonda all’ingresso di Marzamemi, località di mare a due passi da Pachino (Sicilia), terra da sempre vocata alla vitivinicoltura nonché culla del Nero d’Avola, di certo non era a conoscenza che già da tempo nell’altro emisfero qualcuno aveva pensato di accogliere i visitatori mostrando loro il prodotto emblematico della zona, e cioè la vigna. È questo, infatti, il primo impatto per chi esce dall’aeroporto internazionale Gobernador Francisco Gabrielli di Mendoza, indiscussa capitale della vitivinicoltura argentina ai piedi delle Ande.

La Saint Tropez degli albori

Nel profondo sud della Sicilia (a latitudini inferiori a quelle di Tunisi) non è però l’aria fredda delle montagne andine innevate a fare da sfondo ai vigneti bensì il mare, anzi i mari, perché nella vicina Isola delle Correnti lo Ionio incontra il Mediterraneo. Ed è proprio dal piccolo porto di Marzamemi (“Marsà al Hamen”, rada delle tortore, origine araba del nome del borgo marinaro, oggi località alla moda, una sorta di piccola Saint Tropez degli albori) che per almeno cinquant’anni del secolo scorso partivano a bordo dei piroscafi i mosti dei vigneti di Pachino diretti soprattutto in Francia per tagliare i loro vini anemici.

I condotti per il trasferimento dei mosti

Ancora oggi in quella che un tempo si chiamava Contrada Lettiera spiccano due testimonianze storiche dell’epoca, il grande palmento Rudinì (oggi museo della vite e del vino) e i Magazzini del Vino (sede dell’azienda Feudo Ramaddini). E non è tutto, perché nel campo che separa i due stabilimenti dal porticciolo, oggi affollato di barche da diporto, sono visibili tratti dei condotti che servivano al trasferimento dei mosti dai palmenti alle imbarcazioni.

Nero d'Avola in rotonda

Lodevole perciò l’iniziativa di Feudo Ramaddini nel voler prendere in gestione dal comune di Pachino la grande rotonda di accesso a Marzamemi per piantarvi 800 viti di Nero d’Avola e alcune piante di olivo. «Volevamo ripristinare agli occhi dei visitatori la tradizione vitivinicola del nostro territorio», ci spiega Carlo Scollo, comproprietario insieme a Francesco Ristuccia dell’azienda. Piantate a cordone speronato e con andamento circolare per seguire la direzione della rotonda, non è però ancora chiaro se l’uva prodotta sarà utilizzata per la vinificazione («bisognerà vedere quanti grappoli ci resteranno in vendemmia dopo le visite degli… assaggiatori», commenta sorridendo Scollo).

La rinascita della viticoltura a Marzamemi

Fondata nel 2003, sulla scia della rinascita della vitivinicoltura locale dopo la sbornia del pomodorino ciliegino, che peraltro ha reso famosa la Pachino di fine secolo, Feudo Ramaddini può contare su una superficie vitata di 20 ettari dislocati nella zona di San Lorenzo (a due passi dalle celebri spiagge di sabbia) su terreni in parte di origine vulcanica. Oltre al Nero d’Avola sono presenti Chardonnay, Catarratto, Grillo, Moscato, Syrah e Cabernet Franc. La produzione annua è di circa 1.600 ettolitri e piccoli quantitativi sono esportati in Belgio, Olanda e Stati Uniti. I vini di punta sono il Patrono (Nero d’Avola), il Quattroventi (Chardonnay-Catarratto) e il Al Hamen, un ottimo Moscato Passito di Noto più volte premiato ai concorsi internazionali.

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