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I nuovi Champagne Lieux-Dits di Jacquesson

3 Dicembre 2015 Marco Santini
Si pensa sempre alla Borgogna quando il terroir diventa protagonista. E quasi mai allo Champagne. Il concetto è semplice: stesso, vitigno, stesso viticultore, stessa annata, stessa vinificazione: cambia solo la vigna….e quel rettangolo di terra che le sta sotto. Una magia che seduce esperti e appassionati di vino. Eppure il mondo delle bolle sembra più lontano da questi esercizi, più attento al glamour del palcoscenico mondiale, si direbbe meno alle sottili nuances di un vino davvero figlio della sua terra. A dimostrarci il contrario ci ha pensato Jean-Hervé Chiquet, fondatore di casa Jacquesson, arrivato a Milano per presentare i nuovi Champagne della raffinata Maison francese: quei Lieux-Dit 2005 pensati per esprimere al meglio l’unicità del territorio di provenienza. Nel contesto di Wicky's, Wicuisine, un menu disegnato ad hoc dallo chef Wicky Priyan per accompagnare una serie di bottiglie a dir poco importanti. Molto crudo, pesce in prevalenza, ma anche angus scozzese e il maialino tradizionale giapponese cotto per 16 ore.

I quattro Lieux-Dits di Jacquesson

Fondata nel 1798 e situata a Dizy, alle porte di Aÿ, la Maison Jacquesson produce annualmente circa 350.000 bottiglie con uve provenienti dai 28 ettari di proprietà, di cui 11 situati nella Côte de Blancs ad Avize, più 8 di conferitori seguiti direttamente dall'agronomo dell'azienda. Già in controtendenza, con la scelta di spingere sulle caratteristiche di ogni annata e identificare le Cuvée con un numero progressivo (l’ultima è la 739 basata sull’annata 2011), piuttosto che la ricerca della regolarità, che è il principio stesso del “brut sans année”, casa Jacquesson ha distinto quattro lieux-dits, l‘imbottigliamento dei quali avviene solamente nelle grandi annate. Si tratta di parcelle assai vocate, capaci di esprimere al meglio le caratteristiche uniche di ogni terroir.

 

Cuvée 739, Avize Grand Cru Camp Caïn e Dizy Corne Bautray

Dopo un primo passaggio sulla Cuvée 739, giovanissima, fresca, elegante ed estremamente promettente, Jean-Hervé, accompagnato da Pietro Pellegrini, il suo importatore italiano, ci ha presentato due annate consecutive, 2004 e 2005 dei lieux-dits Avize Crand Cru Champ Caïn, 1 ettaro e poco più di Chardonnay impiantato nel 1962 e Dizy, Corne Bautray, 1 ettaro di Chardonnay impiantato nel 1960. Il primo nasce su terreno calcareo scuro, poco profondo, di struttura argillo-sabbioso-limosa e ricco di ghiaia e di gesso, che gli conferisce un carattere nitido, minerale e rigoroso, Il secondo proviene da un terreno di origine alluvionale, presenta un tenore in calcare molto basso e una tessitura limo-argillosa ricca di pietre di fiume. Elegante, asciutto, con i suoi ricordi di mare.

Ay Vauzelle Terme 2005 e Dizy Terres Rouges Rosé 2008

A seguire Ay, Vauzelle Terme 2005, meno di mezzo ettaro di Pinot Noir impiantato nel 1980. Il terreno, fortemente calcareo e mediamente argilloso, è formato principalmente da riporti alluvionali ricchi di pietre di fiume e Dizy, Terres Rouges Rosé 2008, 1 ettaro e 30 di Pinot Noir impiantato nel 1993 su terreno bruno-rossastro, calcareo e disposto su uno strato limoso e gessoso. Il risultato è una dimostrazione nitida e schietta di come un grande Champagne possa rivelare in modo chiaro le prerogative uniche del terreno da cui nasce. Un modo esaltante di interpretare il vin du diable che apre un orizzonte nuovo nel gioco della degustazione e nell’arte degli abbinamenti rivoluzionando concetti ormai radicati nell’immaginario collettivo del consumatore.   In foto: Jean Herve e Laurent Dizy di Jacquesson

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