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A Tipicità il made in Marche si fa internazionale

21 Marzo 2014 Emanuele Pellucci
«Tipicità può essere considerata una piccola Expo, una miniatura di come il nostro Paese saprà presentarsi al mondo ai milioni di turisti stranieri che arriveranno in Italia e, si spera, anche nelle Marche». Ad affermarlo è Andrea Babbi, direttore generale di Enit, in occasione di Tipicità, l’annuale rassegna di prodotti locali che si tiene a Fermo e che quest’anno è stata visitata da oltre 15 mila persone. «Nonostante il momento non certo facile», ha aggiunto Angelo Serri, ideatore e direttore di Tipicità, «il successo della rassegna ha riversato un ottimistico sorriso sul volto degli oltre 180 espositori e delle 350 realtà che, a vario titolo, hanno usufruito di questa vetrina per parlare di bello, buono e sostenibile». TUTTI I TESORI MARCHIGIANI - La manifestazione si è svolta nel nuovissimo e polifunzionale centro espositivo Fermo Forum in sei padiglioni tematici, con territori e storie di personaggi da narrare: dalla gastronomia al pianeta vino, dal turismo ai tesori urbanistici, architettonici e ambientali, fino al manifatturiero di qualità, compresi i tanti marchi che contribuiscono a rendere prestigioso il made in Italy nel mondo, che nascono, in gran parte, proprio tra le colline marchigiane e che caratterizzano il “saper fare” di questa regione. IL CONTRIBUTO INTERNAZIONALE - Eccellenze marchigiane al centro, ma in un’ottica di confronto e contaminazione. Dalla Repubblica del Sudafrica (ospite d’onore per questo ventennale della rassegna) alle numerose delegazioni provenienti da Spagna, Tunisia, Romania, Grecia e Repubblica Ceca, Tipicità 2014 ha alimentato di contenuti il claim di Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. «La nostra è la regione più longeva d’Europa”, ha spiegato Serri, “e lo è probabilmente anche per i saperi e i sapori che ne contraddistinguono  l’identità». VERSO LA MACROREGIONE ADRIATICO-IONICA - Tra i numerosi appuntamenti, molto seguito è stato il talk show dal titolo “Vino & Adriatico: antica tradizione e moderne opportunità” promosso da Terre Cortesi Moncaro. Al centro del dibattito, la probabile e imminente istituzione della macroregione Adriatico-Ionica, all’interno della quale il settore del vino può giocare un ruolo di grande rilievo. Oltre alle regioni italiane che si affacciano sul mare Adriatico, sono coinvolte nel progetto Slovenia, Croazia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e Grecia. Oltre a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, sono intervenuti Denis Pantini, diorettore del settore agroalimentare di Nomisma, Oriana Silvestroni, docente di scienze agrarie all’università politecnica delle Marche e Doriano Marchetti, presidente della Moncaro.

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