In Italia

In Italia

Pigato, Ormeasco e Massimo Lupi all’enoluogo

14 Luglio 2011 Civiltà del bere
La Liguria di Massimo Lupi è arrivata a Milano all’enoluogo di Civiltà del bere. Ieri sera il produttore di Pieve di Teco (Imperia), considerato uno tra i più innovativi della sua regione, ha presentato a una trentina di appassionati, giornalisti e addetti ai lavori le sue due punte d’eccellenza: Vignamare, il Pigato delle Colline Savonesi annata 2006 e l’Ormeasco Le Braje, Ormeasco di Pornassio Superiore Doc, sempre annata 2006. Ma prima di raccontare i suoi vini Lupi ha voluto condividere con i presenti quella che è la sua concezione del vino: «È un bellissimo accompagnatore della vita». Calice alla mano è cominciata la degustazione del primo vino, il Pigato. «Questo bianco è nato nel 1988 da mio padre che desiderava dar vita a un vino longevo; in quegli anni erano pochi, pochissimi i bianchi da invecchiamento. Si bevevano solo bianchi giovani», ha spiegato Lupi. «Dell’annata in questione, la 2006 mi sono rimasti pochissimi esemplari e solamente in formato Magnum. Il vino affina per il 15% in barrique e per la parte restante in acciaio; trascorre inoltre 24 mesi sui lieviti». Gli viene chiesto quanto può essere lunga la vita di questo vino e Lupi risponde: «Certamente può superare in tutta tranquillità i 15 anni». Vignamare nasce da una vigna di 55 anni a 15 metri sul livello del mare e da piante che hanno una resa di 65 quintali di uva per ettaro (decisamente più bassa rispetto al disciplinare che ne consentirebbe fino a 120). Il secondo vino in questione è stato l’Ormeasco Le Braje. «Il termine ligure, ma di derivazione longobarda, determinava gli appezzamenti di terreno dati a chi li aveva in gestione. Nel linguaggio dialettale locale designa anche i posti più assolati durante l’inverno», ha detto Massimo Lupi. Il vino affina per 23 mesi in legno vecchio e ha una piacevolezza molto interessante. Al termine dell’incontro l’ultima Magnum di Pigato, a grande richiesta dei presenti e per concessione del produttore, è andata all’asta. Partita da una base di 40 euro, il suo valore è salito a 80 e il Pigato è finito con grande soddisfazione, tra le mani di Daniele Paietti. Per informazioni sulla possibilità di organizzare incontri all’enoluogo: Agnese Pellucci, 02.76.11.03.03, pellucci@civiltadelbere.com L’enoluogo: via Palestrina 12, angolo viale Andrea Doria - Milano, Tel. 02.91.32.44.62, enoluogo@civiltadelbere.com

In Italia

Gabe Tenute, nuova voce di carattere nel cuore del Conegliano Valdobbiadene

Un progetto recente (la fondazione risale al 2024) ma già ben avviato, […]

Leggi tutto

Doc Monreale: per i produttori il vitigno su cui puntare è il Catarratto

La tendenza va in particolare verso i biotipi Lucido ed Extra Lucido, […]

Leggi tutto

Paternoster, per i 100 anni arriva Barone Rotondo

L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di […]

Leggi tutto

Addio a Luigi Cataldi Madonna, il professore e filosofo del vino abruzzese

Grande promotore delle varietà autoctone regionali, che ha contribuito a rilanciare, il […]

Leggi tutto

Cinzia Merli è la nuova presidente del Consorzio di tutela Bolgheri e Bolgheri Sassicaia

Passaggio di testimone tutto al femminile per il Consorzio di tutela Bolgheri […]

Leggi tutto

Doc Monreale, la nuova vita del “vigneto di Palermo”

Il disciplinare, in vigore dal gennaio 2024, valorizza gli autoctoni storici Catarratto […]

Leggi tutto

Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

In soli 20 anni, la Cantina irpina ha conquistato il pubblico e […]

Leggi tutto

Ottavia Vistarino lancia la Réserve des Amis e il Wine Club per gli amici-estimatori

Dalla Casa del Pinot nero in Oltrepò Pavese un nuovo progetto “per […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati