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Le tre anime del vino toscano secondo Arillo in Terrabianca

21 Dicembre 2025 Matteo Forlì Toscana
Le tre anime del vino toscano secondo Arillo in Terrabianca
La Tenuta Il Tesoro

Radda in Chianti, Maremma e Val d’Orcia: il progetto generazionale della famiglia Burkard abbraccia e interpreta le zone più vocate della regione. Sposando viticoltura, accoglienza, arte e architettura d’autore. La degustazione delle referenze più emblematiche

Chianti Classico, Maremma e Val D’Orcia: tre è il numero perfetto nel “teorema” del vino secondo Arillo in Terrabianca, progetto vitivinicolo di Urs e Adriana Burkard che comprende tenute nelle vocate zone delle Toscana.  Dal buen ritiro di Colle Brezza, sulle colline a Nord-Est di Pienza, l’imprenditore svizzero e sua moglie hanno rilevato anche le tenute di Terrabianca a Radda in Chianti e a Massa Marittima ereditando la produzione della storica Cantina e radicandosi con coerenza nei grandi territori del vino toscano dove hanno iniziato a scrivere la loro storia.

Progetto generazionale

La nuova attività produttiva è partita nel 2019. Il nome Arillo, aggiunto a quello della preesistente attività viticola, deriva dal latino arillus, “acino”, la cui forma ovale disegna il simbolo dell’azienda. Il castello rappresenta le radici e la storia della famiglia, le tre colline simboleggiano le tenute e le due stelle, dedicate ai figli Gregor e Ricardo, incarnano la continuità e lo sguardo verso il futuro. «Fin dai primi passi, la volontà è stata quella di fare di questa attività un progetto generazionale attraverso la costruzione di un sistema integrato dove viticoltura biologica, architettura d’autore, alta ristorazione stellata e arte contemporanea dialogano in armonia», spiega Adriana Burkard. 

Arillo in Terrabianca
Adriana Burkard

Il progetto architettonico a Radda in Chianti

Questa filosofia ha ispirato anche il progetto di rivoluzione architettonica della cantina a Radda in Chianti. Costruita negli anni Ottanta la struttura è oggi oggetto di un progetto che unisce razionalità e armonia guidato dalla matita di Mario Botta, noto architetto e scultore svizzero. «Verrà inaugurata nel 2027 e non sarà solo un centro di produzione, ma anche un luogo da vivere, grazie a spazi dedicati alla didattica, percorsi di visita, una galleria d’arte permanente, un’area degustazioni, wine shop, bistrot e un ristorante fine dining affidato a Heinz Beck».

Anfiteatro del Sangiovese

La tenuta di Radda in Chianti, a San Fedele a Paterno, nella parte più meridionale dell’Uga, regala il nome all’azienda. Ha una storia enologica risalente alla fine degli anni ’80 quando “Terrabianca” richiamava il colore chiaro dei suoli composti da roccia alberese e argille scistose che si intrecciano sui pendii in fitte stratificazioni, alternate da blocchi di macigno chiantigiano. Si sviluppa come un grande anfiteatro naturale rivolto a sud, per un’estensione di 135 ettari di cui appena 12,5 vitati (la parte restante è bosco). I filari, impiantati tra gli anni ‘70 e il 2023, paiono un mantello che cinge la cantina (in fase di completa ristrutturazione) e sono a loro volta abbracciati da lecci e querce secolari, che salgono fin sul crinale a 470 metri sul livello del mare. Dal Sangiovese, unica varietà presente, coltivata in regime biologico certificato dal 2023, nascono i tre Chianti Classico aziendali: una versione d’annata, una Riserva e una Gran Selezione.

Supertuscan in Maremma

Nella tenuta Il Tesoro, incastonata ai piedi delle Colline Metallifere tra Massa Marittima e il Golfo di Follonica, prendono vita i Supertuscan Campaccio e Collezione Campaccio. Prodotti fin dal 1988, i due vini icona di Terrabianca sono rinati con un nuovo stile e rappresentano una sorta di passaggio di testimone con l’attuale proprietà. I 40 ettari di vigneti, suddivisi in 24 parcelle a certificazione biologica, sono coltivati a Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon per i rossi e Chardonnay, Viognier e Vermentino per i vitigni a bacca bianca. I recenti Maremma Doc della linea Bevo e il prossimo Vermentino Superiore, che verrà lanciato nel 2026, sono le ultime espressioni di questo areale caratterizzato da un clima tipicamente mediterraneo su terreni minerali e ricchi di scheletro in cui le viti si alternano a uliveti, boschi e campi di grano, secondo la tradizionale maglia agraria eterogenea.

Val D’Orcia, un progetto viticolo in divenire

Colle Brezza, presso Pienza, si sviluppa su una collina che sfiora i 450 metri di altitudine sormontata dalla casa padronale, esposta alle brezze che le danno il nome. La tenuta, 36 ettari di cui 8 occupati da vigneti biodinamici dove convivono Sangiovese, Malvasia nera, Canaiolo, Ciliegiolo, Foglia tonda e Mammolo, rappresenta un progetto produttivo in divenire. Le micro-vinificazioni sperimentali, partite nel 2020, sono ispirate dalla ricerca delle migliori espressioni del territorio e richiedono ancora pazienza prima di vedere la bottiglia.

La degustazione

Bevobianco, Maremma Toscana Doc 2024

Bianco della linea Bevo (che comprende anche Bevorosa da Sangiovese e Bevorosso da Merlot) nata per esprimere freschezza, immediatezza e versatilità della Maremma. Blend di Chardonnay e Viognier. Una parte del primo (il 30%) fa fermentazione alcolica e malolattica in barrique; il secondo tocca solo acciaio, come la restante parte di Chardonnay. Gelsomino, pesca, mela cotogna e un lieve sbuffo boisé anticipano un sorso sapido e di buona profondità.

Sacello, Chianti Classico Docg 2023

Anima più diretta e autentica di Arillo in Terrabianca: il nome (dal latino “sacellum”, tempietto) è ispirato dalla piccola pieve del 1200 che si trova tra le vigne. Sangiovese in purezza, è nato nel 2019 dalla volontà del nuovo corso “di esprimere nel bicchiere la fragranza delle uve”, dice l’enologo Vieri Vannoni. Niente legno: il mosto fermenta in acciaio a temperatura controllata, con una breve macerazione sulle bucce (7-10 giorni) e il vino affina parzialmente in cemento non vetrificato per 6–8 mesi. Ribes, fragoline di bosco, mora, ciliegia e viola disegnano un profilo olfattivo vivido, esuberante. Al palato ha freschezza, succo e mineralità.

Poggio Croce, Chianti Classico Riserva Docg 2021

La Croce, oggi ribattezzato Poggio Croce, è un Sangiovese in purezza single vineyard che viene dall’appezzamento più alto della proprietà in Radda a 460 metri di altitudine. Vinificato in acciaio con macerazione post fermentativa di 10-15 giorni. Dopo la malolattica passa in botti di rovere austriaco da 30 ettolitri per 12-18 mesi. Viola, ciliegia, tè nero e cenni di vaniglia disegnano un profilo olfattivo di archetipica eleganza. Equilibrato, fresco, profondo.

Vigna Terrabianca, Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020

Vino che nasce nel 2019 da una singola vigna di un ettaro piantata oltre 40 anni fa con un vecchio clone di Sangiovese (T19) dalle caratteristiche peculiari – grappolo spargolo e un acino piccolo, a maturazione più tardiva e alti livelli di acidità – che l’azienda ha deciso di vinificare a parte e su cui ha compiuto uno studio specifico. Affina 24 mesi in tonneau di rovere francese. Espressione originale con sentori di marasca, una parte ferrosa e affumicata e note di liquirizia e pepe. Lungo e compiuto con un tannino ben tessuto. Appena 2.300 bottiglie nell’annata 2020.

Campaccio, Toscana Igt 2021

Nato nel 1988, Campaccio è uno dei primi Supertuscan. Si tratta di un blend di Sangiovese (70%), Cabernet Sauvignon (20%) e Merlot (10%), provenienti da tre piccoli appezzamenti della tenuta Il Tesoro. Ogni varietà viene vinificata (in acciaio) e affina separatamente in barrique di secondo e terzo passaggio per 12-18 mesi prima dell’assemblaggio. Dal 2022 sono stati introdotti botti da 20 e 30 ettolitri per l’evoluzione. Ciliegia, prugna, note di liquirizia, peperone e spezie anticipano un sorso seducente, con un tannino morbido e una buona struttura.

Collezione di Campaccio, Toscana Igt 2020

Espressione più ambiziosa – e libera – della storica cuvée Campaccio. Nasce da una selezione delle migliori parcelle di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot e il blend può cambiare ogni anno, in base all’andamento dell’annata. La 2020 ha il 40% di Sangiovese e il 30% di Merlot e Cabernet Sauvignon. Gli ultimi due sono affinati solo in barrique nuove, il primo passa in tonneau o barrique di secondo/terzo passaggio. Al naso spiccano le note di frutta scura, marasca e cenni di spezie dolci, china e grafite, sensazioni terrose e balsamiche. In bocca ha corpo ma anche slancio, è muscoloso e piuttosto profondo. Con una bella tessitura tannica.

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