Le considerazioni post Champagne Experience di Luca Cuzziol (presidente Excellence Sidi e amministratore di Cuzziol Grandivini), Luca Santini (direttore commerciale di Teatro del Vino), Gianpaolo Girardi (fondatore di Proposta Vini) e Mario Federzoni (amministratore delegato di Première Italia). A seguire 10 assaggi che ci hanno convinto durante la manifestazione
L’Italia è il quinto mercato dello Champagne per volume. Secondo i dati ufficiali del Civc (Comité interprofessionnel du vin de Champagne) nel 2024 sono stati importati 8,4 milioni di bottiglie, per un giro d’affari di 235 milioni di euro, in calo del -15% sul 2023. Dopo il picco storico del 2022 (10,6 milioni di bottiglie e 247,9 milioni di fatturato), prosegue la fase di contrazione che ci ha, di fatto, riportato sui numeri pre-Covid del 2019, quando le bottiglie spedite nel nostro Paese furono 8,3 milioni. Non a caso tra gli addetti ai lavori si preferisce parlare di “nuova normalità” o “normalizzazione” anziché continuare a ragionare in termini di flessione. I dati dell’export complessivo del primo semestre 2025 confermano in effetti una leggera ripresa, nell’ordine di +1,6% sull’anno precedente.
Il successo di Champagne Experience
Se lo scenario globale resta complicato, sia dal punto di vista geopolitico che economico e climatico, non manca però un certo ottimismo da parte dei distributori nazionali. Lo abbiamo appurato durante l’ottava edizione di Champagne Experience, che da piccolo “laboratorio” ha saputo trasformarsi nel maggiore evento dedicato agli Champagne in Italia. A crederci sono stati in primis i soci di Excellence Sidi, che riunisce 21 tra le più importanti società d’importazione e distribuzione nazionali, il cui fatturato nel 2024 ha raggiunto 327,4 milioni di euro.
La grande novità di Champagne Experience 2025, svoltasi lo scorso 5 e 6 ottobre, è stata il cambio di location: per la prima volta a Bologna dopo sette edizioni modenesi. Una decisione nata dall’esigenza di trovare un luogo più strutturato e facilmente raggiungibile.


Una nuova location strategica
«Siamo molto soddisfatti di questa scelta e in particolare dell’ubicazione nel padiglione 15 di BolognaFiere, che abbiamo fortemente voluto anche a costo di anticipare la data dell’evento», esordisce Luca Cuzziol, presidente di Excellence Sidi e alla guida di Cuzziol Grandivini. «La città di Bologna ha una posizione strategica, con un sistema di trasporti integrato fra autostrade, aeroporto e ferrovie che agevola notevolmente gli spostamenti anche per chi arriva dal Centrosud e dall’estero.
Il quartiere fieristico di BolognaFiere, che negli ultimi quattro anni si è aperto al mondo del vino ospitando due manifestazioni del calibro di Slow Wine Fair e Mercato Fivi, ha rappresentato un valore aggiunto per lo sviluppo del nostro evento, rendendolo ancora più accessibile e ospitale». Gli ingressi lo attestano: +20% rispetto al 2024 per oltre 7 mila presenze. I visitatori hanno potuto degustare oltre 700 referenze di 145 realtà produttive tra Maison e vigneron.
Uniti per affrontare le sfide del settore
Tutto confermato anche per il 2026, quindi? «Periodo e location sicuramente sì», prosegue Cuzziol. «La formula resterà la stessa, ma vogliamo ampliare i momenti e gli spazi legati alla formazione e al confronto, per rendere sempre più partecipi i professionisti della filiera. Il successo di quest’ottava edizione è per noi un’ulteriore conferma di quanto il modello di collaborazione che promuoviamo come Excellence Sidi sia oggi imprescindibile per affrontare le nuove sfide del settore. Gli operatori incontrati ci dicono chiaramente che il mercato sta evolvendo e che il nostro compito è accompagnarlo con visione e responsabilità. Bologna è solo l’inizio di un percorso ancora più ambizioso». L’idea, infatti, è quella di dar vita nel prossimo futuro a una manifestazione itinerante, per avvicinarsi a un pubblico di professionisti più stanziale, coprendo territorialmente tutto lo Stivale con una serie di tappe mirate.
La questione dei prezzi va affrontata
Per Luca Cuzziol il mercato italiano dello Champagne è in una fase di assestamento, alla ricerca di un nuovo equilibrio. «Penso che il 2026 sarà a tutti gli effetti l’anno della verità, in cui finalmente smetteremo di fare bilanci pre e post-Covid». Oggi la fascia più in sofferenza è sicuramente quella delle referenze premium, in particolare le cuvée de prestige delle grandi Maison, spesso protagoniste di ricarichi esagerati. Come spiega Luca Santini, direttore commerciale di Teatro del Vino: «C’è una grande stanchezza nei confronti di questi prezzi così importanti. L’altro giorno a tavola si parlava dello Champagne di un piccolo produttore, che fino a qualche anno fa usciva a 70-80 euro mentre oggi, in presenza di una qualità forse un po’ più discutibile, non si trova per meno di 100-110 euro. Questa dinamica ha investito più o meno tutti, Maison e récoltant manipulant (chi utilizza uva esclusivamente dai propri vigneti), e si scontra con la progressiva diminuzione della capacità di acquisto del consumatore che, anche al di là della sua effettiva possibilità di spesa, non è più disposto a pagare cifre pompate oltre misura». Occorre fronteggiare un tema di speculazione, che investe in particolare il mondo della ristorazione e riguarda il vino in generale, non solo le bollicine d’Oltralpe.
Il Comité interprofessionnel du vin de Champagne, che dà voce a oltre 16 mila viticoltori e circa 350 Maison, ha stabilito un abbassamento delle rese commercializzabili per la vendemmia 2025, fissate a 9.000 kg per ettaro. La decisione, si legge nella nota stampa ufficiale, “fa parte di un graduale processo di riduzione delle scorte per riadattare la produzione alle realtà del mercato e preparare collettivamente un futuro sereno”.

Cambiamenti e tendenze
«La regione sta facendo i conti anche con il cambiamento climatico», precisa Giampaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini. «La storia dello Champagne fino a 20 anni fa era legata alla necessità di ammorbidire un vino che altrimenti sarebbe stato imbevibile. Adesso la vendemmia viene anticipata fino a un mese e mezzo, le uve raggiungono la piena maturazione, i vini arrivano a 11-12 gradi. E questo spiega in parte anche la diffusione dei Pas Dosé, che un tempo erano impensabili e invece oggi diventano valorizzanti, oltre ad essere molto apprezzati dal pubblico italiano che nei confronti dello Champagne nutre un grande amore e negli anni è diventato sempre più competente ed esigente».
Sul fronte dei trend, Mario Federzoni, amministratore delegato di Première Italia, ha pochi dubbi: «Gli appassionati cercano le chicche. Come dico sempre: non esiste lo Champagne, ma gli Champagne e l’originalità diverte il pubblico. Dal mio osservatorio noto un’attenzione sempre maggiore verso prodotti artigianali che, in quanto tali, sono disponibili in piccole tirature e più difficili da trovare, rendendo l’assaggio ancora più prezioso. Io però sono contro la moda dei Brut Nature perché snaturano un vino che è nato dosato e che ha nello zucchero un alleato per conservarsi ed evolversi nel tempo. Ma lo Champagne è bello perché è vario, ça va sans dire».
CHAMPAGNE EXPERIENCE 2025 IN 10 ASSAGGI
CHAMPAGNE BARNAUT
Authentique Rosé Brut Grand Cru
La cantina, le cui origini risalgono al 1874, ha sede a Bouzy, celebre Grand Cru per il Pinot nero. In tutto una trentina di parcelle di età ed esposizioni differenti, a Bouzy ma anche ad Ambonnay e Louvois, che assicurano un’ampia gamma di vini base da cui nascono cuvée originali e moderne. Qui la presenza del 15% di Chardonnay controbilancia l’intensità del Pinot nero di Bouzy e dà vita a un rosé ricercato, morbido, piacevolmente fruttato e molto versatile nell’abbinamento. Distribuito da Trimboli Wines.
CHAMPAGNE BOLIEU
Carnet de Léone Extra Brut
La tenuta, rilevata nel 1998 dai fratelli Laurence e Charles Baffard, si trova a Bassuet in una zona della regione relativamente poco conosciuta quale la Cote de de Vitryats, con vigneti esclusivamente collinari e generalmente rivolti a sud-est. I terreni di marna grigia sono lavorati con grande attenzione agli aspetti ambientali. Questo Blanc de blancs da vigne “over 40” è vinificato in fût de chene e resta 96 mesi sui lieviti. Beva generosa e stratificata, in cui la verticalità dello Chardonnay è impreziosita da un timbro esotico e agrumato. Distribuito da Première Italia.
CHAMPAGNE FLEURY
Blanc de noirs Extra Brut
Tra i primati di questa storica Maison dell’Aube c’è quello di essere stata la prima a passare alla biodinamica, nel lontano 1989, e ancora oggi continua a sperimentare (in cantina, ad esempio, con la recente adozione del legno di quercia da 60 hl sia per i vini d’annata sia per quelli di riserva). Pinot nero 100% da vigne tra i 20-25 anni, malolattica svolta, vinificazione in tini smaltati e foudre di quercia per i vini di riserva (il 25% dell’assemblaggio), 3 g/l di dosaggio. Raffinato e fresco al naso, in bocca è pieno, articolato, con una bella spinta sapida e l’inconfondibile nota territoriale. Distribuito da Teatro del Vino.
CHAMPAGNE JEAN GIMONNET
La Guette, Premier Cru Cuis 2008
Vigneron indipendente, devoto e fiero, possiede quattro ettari a Cuis, con suoli predominanza gessosa. Ha fatto della fedeltà al terroir e del rispetto per la natura una ricerca quotidiana e senza compromessi. Questo parcellare millesimato proviene da impianti Chardonnay di oltre 30 anni, con viti esposte a sud a 200 metri di altezza; la resa è intorno ai 45 qa/h. Affinamento in legno, permanenza sui lieviti di 14 anni e dosaggio Extra Brut (4 g/l). Notevole per vivacità, definizione e purezza del sorso. Distribuito da Wine Broker.
CHAMPAGNE DAMIEN HUGOT
Grand Cru Cramant 2016
Meno di 10 ettari e sede ad Épernay per questo vigneron appassionato e tradizionale (la sua famiglia si occupa di vino dal 1600) che produce solo 55mila bottiglie da vigne tra Chouilly e Cramant. Proprio da quest’ultimo village Grand Cru proviene lo Chardonnay che compone il millesimo, che viene vinificato e affinato in acciaio inox. Il dosaggio è di soli 2 g/l per mantenere le sue doti di tensione e verticalità, rivelando al tempo stesso una generosità fruttata e uno spessore aromatico che lo rende quasi masticabile e molto gastronomico. Distribuito da Ca’ di Rajo Group.
CHAMPAGNE LEGRAS & HAAS
Les Sillons, Grand Cru Chouilly 2017
Maison familiare fondata nel 1991 (ma le radici dei Legras in regione risalgono a sei generazioni) oggi guidata dai fratelli Rémi, Olivier et Jérôme. La culla della produzione è Chouilly, il Grand Cru più settentrionale della Côte des Blancs, il cui Chardonnay è l’elemento fondante della produzione aziendale. Les Sillons è il risultato di 20 anni di sperimentazioni su un unico appezzamento che regala freschezza, consistenza salina e una struttura austera alla beva. 72 mesi sui lieviti e 4 g/l di residuo zuccherino. Per consumatori consapevoli che cercano bollicine rare e sincere. Distribuito da Cantina Terlano.
CHAMPAGNE ALBERTO MASSUCCO
AMC 02
Inizialmente importatore e poi anche produttore di Champagne, l’imprenditore piemontese Alberto Massucco è stato il primo italiano a possedere una propria vigna in regione. Dall’incontro con Erik De Sousa, indimenticato pioniere della biodinamica, nel 2018 è nata una collezione di etichette identitarie e originali. Come questa cuvée 50% Chardonnay, 30% Pinot noir e 20% Meunier, con il 40% di vini di riserva conservati in botti di legno. 5 anni sui lieviti e dosaggio di 2 g/l. Frutto maturo, note di piccola pasticceria, richiami pepati e muschiati. Un bel melange tra vivacità acida e opulenza, che conquista per i suoi contrasti. Distribuito da Maison Massucco.
CHAMPAGNE BRUNO PAILLARD
Cuvée 72 Extra Brut
Lo step successivo alla Première Cuvée Extra-Brut, nonché un’espressione più approfondita della Reserve perpetuelle. Il numero 72 indica i mesi che precedono la messa in commercio: 36 mesi sui lieviti e 36 in cantina dopo la sboccatura. La cuvée è composta da più di 30 cru di Meunier, Chardonnay e Pinot noir, la cui provenienza resta un segreto aziendale. La produzione avviene con Metodo Solera, dall’unione di vini di riserva con l’ultima vendemmia; il 20% delle basi viene fermentato in botte. Lineare, suadente, armonico, spazia con disinvoltura da aromi floreali e fruttati a note speziate e tostate. Distribuito da Cuzziol Grandivini.
CHAMPAGNE PANNIER
L’Ode au Meunier Venteuil
Questa storica Maison fondata nel 1899 a Dizy e successivamente trasferitasi a Chateau-Thiery, ha scelto di omaggiare la produzione di Meunier del village della Marne Venteuil (esiste anche L’Ode au Meunier – Charly sur Marne) su suoli gessosi e argilloso-calcarei. In cantina si sceglie di vinificare in botti di rovere, con almeno 24 mesi di permanenza sui lieviti, mentre il dosaggio è un Extra Brut. Meno di 3 mila bottiglie per uno Champagne fruttato, ampio e deciso, dal raffinato appeal gourmet. Distribuito da Premium Wine Selection.
CHAMPAGNE VIRGINIE T.
Brut Nature 2009
Nel 2006 Virginie T., ovvero Virginie Taittinger, figlia di Catherine de Suarez d’Aulan, ex proprietaria di Champagne Piper-Heidsieck, e di Claude Taittinger, ex presidente della celebre Maison, con il quale ha lavorato per 21 anni, ha scelto di intraprendere un nuovo progetto personale, che oggi condivide con il figlio chef de caves Ferdinand Pougatch. Impronta contemporanea e filosofia produttiva che non teme l’attesa. Le ritroviamo in questa bollicina potente e sofisticata, figlia di un’annata soleggiata, le cui uve naturalmente dolci sono state lasciate affinare per un decennio. Distribuito da Proposta Vini.