Alla scoperta della produzione Docg in 14 calici di altrettante Cantine, con etichette che vanno dall’ultima vendemmia disponibile (la 2024) alla 2018. Per cogliere i punti di forza, le differenze territoriali e il potenziale evolutivo di questa enclave bianchista del Piemonte
Terre rosse a nord, verso la Lombardia, terre bianche a sud, verso gli Appennini. Ma non solo, anche una fascia mista, quella centrale, che affiora sulla linea che unisce Serravalle Scrivia, Gavi e San Cristoforo, dove marne e arenarie si alternano e mischiano. A questo bisogna aggiungere altitudini che variano dai 180 fino ai 450 metri, con un clima che ovviamente diventa più rigido e ventilato salendo verso le montagne che dividono la denominazione dal mare della Liguria.
All’interno di questo scenario si trovano i 1.600 ettari di uva Cortese, custoditi da più di 500 famiglie di viticoltori, che danno origine al Gavi Docg, potenzialmente previsto in quattro tipologie – tranquillo, frizzante, spumante e riserva –, anche se le versioni ferme, a partire da quelle di annata, sono naturalmente le più prodotte. Se attraverso l’ultimo progetto in fieri, come abbiamo visto nell’articolo Gavi: un vino moderno, sempre più studiato e in grado di difendersi dal global warming, la conoscenza di quest’uva diventerà sempre più puntuale e attuale, alcune sue caratteristiche sono conosciute da tempo: vigoroso, bisognoso di potature verdi, ha grappoli dorati e mediamente viene vendemmiato verso la metà di settembre, anche se tutto può cambiare in un territorio così eterogeneo.
Mineralità, leggerezza e longevità
Nel nostro breve, ma intenso soggiorno in questo territorio, abbiamo testato più annate, da quelle più tardive come la 2024, a quelle più precoci come la 2022, di un po’ tutti i territori, trovando conferma della maggior mineralità presente là dove dominano le terre bianche, rispetto alla bella struttura del Cortese proveniente da quelle rosse o all’equilibrio sapido dei vini che nascono della zona mista. Un comune denominatore, però, è sempre presente in questi vini: la piacevolezza del sorso, la facilità di donarsi sia nelle espressioni più tese e fresche come in quelle più avvolgenti e ricche. Il Gavi ha una insita leggerezza che non è mai banale, e riesce ad aumentare di complessità con un po’ di anni sulle spalle. Ha un’unica, vera, grande pecca: in Italia non è facile trovarlo. Il 92% migra all’estero. Quello che rimane spesso è comprato da turisti soprattutto stranieri che soggiornano su queste colline dove le vigne spesso si nascondono in mezzo ai boschi.

I vini alla prova del calice
Cascina delle Monache – Ronco del Mandorlo Viti Vecchie, Gavi del Comune di Gavi Docg 2024
Tiziano e Greta Arecco si occupano dell’azienda di famiglia e dal 2023 hanno iniziato un nuovo corso, non vendendo più le uve. Questo Gavi del comune di Gavi, ottenuto da un vigneto storico di più di 50 anni ha intense note minerali e di frutta secca, con un palato dritto, quasi tagliente, ma di grande persistenza
La Caplana – Gavi Docg 2024
Attivi dal 1994 e proprietari di soli due ettari, ma con una rete di viticoltori dai quali acquistano uve, l’azienda ha un’articolata produzione con diverse etichette anche di vini rossi. Il Gavi di ingresso ha profumi nitidi e semplici, floreali e lievemente fruttati, con un sorso fresco e di facile approccio
Cantina Produttori del Gavi – Maddalena, Gavi del Comune di Gavi Docg 2024
Quasi 200 ettari gestiti da più di 80 famiglie di viticoltori e circa 300 mila bottiglie prodotte all’anno. La cooperativa del territorio ha una vasta gamma che si contraddistingue sempre per un ottimo rapporto qualità prezzo. Floreale, delicatamente fruttato di albicocca e una struttura minerale bel fatta tipica dei Gavi delle terre bianche
Ernesto Picollo – Gavi del Comune di Gavi Rovereto Docg 2024
In uno dei comuni storici della denominazione si trova questa storica realtà nata nel 1945 e oggi portata avanti da Gianlorenzo Picollo, terza generazione. Dalle terre miste nasce questo Gavi di bella complessità e finezza, con un piglio sapido al palato in grande evidenza e un’aromaticità giocata su delicate note floreali
Il Poggio – Gavi del Comune di Gavi Rovereto Docg 2024
“Andare a vendere Gavi in giro per il mondo è bellissimo” ci dice raggiante Francesca Poggio che gestisce l’azienda di famiglia dal 2003 insieme alla figlia Giorgia e al marito Angelo. Delle circa 40 mila bottiglie spicca questo Gavi di ottima fattura, con note di albicocca e acacia e bella ricchezza al palato con una chiusura sapida e minerale
Fratelli Parisio – Costa Donnio, Gavi Docg 2024
Nata negli anni ’80, comincia a fare sul serio dal 2006 con Alessandro e Davide Parisio. Il Costa Donnio è un ottimo esempio di Gavi allevato su terre rosse. Note di pesca e albicocca al naso, al palato non mancano struttura e una classica nota minerale nel finale
Morgassi Superiore – Tuffo, Gavi del Comune di Gavi Docg 2024
Nata nel 1993 dall’iniziativa di Marino Piacitelli oggi l’azienda è condotta dalle figlie Marina e Cecilia. Agrumato e minerale, ha un naso che richiama le terre bianche con chiarezza espressiva, con un palato fresco e di bella persistenza.
Ghio – Gavi del Comune di Bosio Pian Lazzarino Docg 2023
L’azienda condotta da Roberto Ghio ha vigne in altitudine nel cuore delle terre bianche. Questo cru sfodera la naso una grande intensità di frutta matura, anche tropicale e un palato morbido, avvolgente, ma di bella tensione minerale finale
Castellari Bergaglio – Gavi del Comune di Tassarolo Fornaci Docg 2023
Storica realtà situata nella frazione di Rovereto è condotta da Marco Bergaglio e Claudio Andrea Gemme. Questo Cortese di Tassarolo si apre su note di menta, biancospino e agrumi. Al palato coniuga bene freschezza, piacevolezza e allungo su note sapide.
Molinetto – Relys, Gavi Docg 2022
Condotta da Diego Carrea, l’azienda si trova tra Francavilla Bisio e Tassarolo. Note di frutta matura e miele al naso. Al palato gioca più sulla morbidezza e l’avvolgenza che sulla freschezza, con un finale che però regala classiche sfumature sapide
Marchese Luca Spinola – Massimiliano, Gavi del Comune di Gavi Docg 2022
Di antichissima tradizione, ma giovane nella sua attuale dimensione, l’azienda è oggi condotta da Andrea Spinola. Ha un’ottima fattura complessiva riuscendo a unire lievi note legate al legno con quelle più minerali e floreali che emergono anche al palato
Nicola Bergaglio – Minaia, Gavi del Comune di Gavi Rovereto Docg 2020
Nata nel 1970, oggi l’azienda è condotta da Gianluigi Bergaglio insieme al figlio Diego. Prodotto da uve di questo vero e proprio cru, Minaia, sfodera sia al naso che soprattutto al palato una mineralità rocciosa e un timbro sapido molto deciso, all’interno di una struttura ricca e di grande persistenza
La Mesma – Vigna della Rovere Verde, Gavi Riserva Docg 2020
Tre sorelle – Paola, Francesca e Anna – sono al timone dal 2001 di questa bella realtà biologica con vigneti a Monterotondo e Tassarolo. La Riserva sfodera una complessità di notevole fattura, giocata su note floreali, di pesca e qualche accenno di idrocarburo. Al palato coniuga perfettamente mineralità e freschezza, con un finale molto persistente
La Zerba – Gavi Terrarossa Docg 2018
Camminare tra le vigne, 12 ettari gestiti in biologico, che circondano l’azienda condotta dalla famiglia Lorenzi, con Andrea Mascherini a condurre la fase agronomica e la cantina, significa sporcarsi letteralmente le scarpe di terra rossa. Questo campione – oggi in commercio con il millesimo 2024 – a sette anni dalla vendemmia è ancora in grande forma e in divenire, con accese sfumature minerali e di macchia mediterranea e un palato ricco, diretto di grande dinamicità