Valorizzazione dei micro-terroir con i Grand Cru, attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, minori residui zuccherini nei vini. I vitivinicoltori della regione francese ricalibrano la propria filosofia produttiva. Le etichette che ci hanno conquistatodurante un recente viaggio in regione
Clima, mercati, consumatori cambiano, non è una novità. Non siamo solo noi in Italia a dover fare i conti con nuovi scenari, anche Oltreconfine si attrezzano, ripensando e mettendo in discussione le proprie certezze. Ce ne siamo accorti durante un nostro recente viaggio in Alsazia, che già da qualche tempo stava intraprendendo una filosofia produttiva che punta alla valorizzazione dei terroir e micro-terroir, ampliando la piattaforma dei Grand Cru, al vertice della piramide qualitativa – negli ultimi tre anni ne sono stati introdotti tre nuovi, per un totale di 51, per un vigneto Alsace Aoc che si estende su soli 15.500 ettari. A questo, si aggiunge una rinnovata attenzione alla tutela dell’ambiente e alla sostenibilità, testimoniata oggi dal 35% dei vigneti certificati biologici, di cui il 7,2 biodinamici. Per non parlare dell’approccio in cantina: ora che Germania e Regno Unito non sono più i mercati prevalenti per i vini alsaziani, i produttori moderano sempre più i residui zuccherini per essere appetibili su nuove piazze.
Carolyn Sipp-Wiss di Domaine Sipp-MackMaxime Mann di Domaine Wunsch & Mann
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