Raro esempio di Metodo Classico dell’isola, esprime, già a partire dal nome, la sua personalità raffinata, elegante e anche un po’ vanitosa. L’impegno della Cantina di Alghero, oggi di proprietà di Terra Moretti, nell’arte della spumantizzazione di una varietà difficile ma identitaria come il Torbato
La Sardegna non è famosa per le sue bollicine, ma lo spumante Metodo Classico Oscarì di Sella&Mosca rappresenta un’eccellenza e un’eccezione significativa, come racconta Giovanni Pinna, storico enologo della Cantina, che ha cominciato a lavorare in azienda oltre 25 anni fa sotto la proprietà Bonomi, ha attraversato il periodo del gruppo Campari e nel 2020 è stato nominato direttore generale dalla famiglia Moretti, che nel 2016 ha acquisito la proprietà.
Il decimo anniversario
«La genesi di questo vino è strettamente legata al vitigno autoctono Torbato, coltivato tradizionalmente nella zona dell’Algherese dove ci troviamo», spiega Pinna. «Si tratta di una varietà difficile ma dal grande potenziale, che Sella&Mosca ha deciso di valorizzare con convinzione, investendo in ricerca, reimpianti e innovazione enologica». La prima vendemmia di Oscarì risale al 2016, e il millesimo 2026 segnerà il decimo anniversario. L’annata attualmente in vendita, per un totale di circa 50.000 bottiglie, è la 2022.
I pionieri del Torbato
Storicamente Sella&Mosca produceva già uno spumante da Torbato in versione Metodo Charmat (che è parte della gamma ancora oggi, rinnovato nella concezione). «Con la rifermentazione in bottiglia abbiamo intrapreso un percorso nuovo, spinti dalla volontà di esaltare ulteriormente le potenzialità espressive di quest’uva. A rafforzare questa scelta è stata anche l’esperienza del gruppo Terra Moretti, che vanta una profonda competenza grazie al suo radicamento in Franciacorta. Il know-how acquisito in questo territorio d’eccellenza ha rappresentato un impulso decisivo nello sviluppo di un progetto spumantistico ambizioso anche in Sardegna», prosegue il direttore Pinna.
Il protocollo di vinificazione
Oscarì nasce da uve raccolte a fine agosto, quando il patrimonio acido è ancora sostenuto. La vinificazione segue protocolli rigorosi: raccolta manuale, pressatura soffice, fermentazione in acciaio a circa 18 °C per preservare il profilo varietale e affinamento di 12 mesi sui lieviti, che ne arricchisce struttura e complessità. Il risultato è uno spumante ricco, fine e longevo, con un profilo aromatico floreale, sapori croccanti e una freschezza sapida.


L’origine del nome
«Oscarì non è solo uno dei pochi Metodo Classico dell’isola, ma rappresenta un’autentica espressione del territorio e della visione enologica di Sella&Mosca, che ha saputo coniugare tradizione e modernità per dare nuova vita a un vitigno storico». Il nome nasce da una figura immaginaria: un algherese elegante e un po’ dandy, che viaggia per il mondo, ma torna sempre ad Alghero, ad esempio in una notte di festa come quella di San Giovanni. «Il suo spirito raffinato, curioso e leggermente vanitoso si riflette perfettamente nel carattere del vino: fresco ed elegante, allo stesso tempo incarna alla perfezione lo spirito sardo».
Un investimento importante
Oscarì non è solo una bollicina da aperitivo: grazie alla sua struttura e al lungo affinamento evolve positivamente nel tempo, sviluppando note più complesse e armoniche. Anche quella tra Sella&Mosca e il Torbato è una relazione all’insegna della longevità. «Il Torbato è molto più di un vitigno per noi: è un elemento identitario, simbolo della nostra storia, ma anche asse portante della nostra visione futura. Attualmente il Torbato copre circa un terzo della nostra superficie vitata, ovvero 132 ettari, la metà dei quali reimpiantati negli ultimi cinque anni. Un investimento importante, che riflette il nostro impegno sul piano agronomico, enologico e produttivo. Nonostante le difficoltà colturali del vitigno – maturazione tardiva, buccia sottile, bassa concentrazione zuccherina – abbiamo sviluppato protocolli ad hoc per garantire qualità e costanza, lavorando su ogni dettaglio della filiera. Nel tempo, abbiamo trasformato questa varietà sfidante in una risorsa distintiva»
Miràll, la versione Metodo Charmat
Dal 2016 la vinificazione del Torbato è stata riportata interamente nella cantina di Alghero. Prima di allora, la spumantizzazione avveniva in Piemonte. «Portare “a casa” questa fase ha rappresentato non solo un ritorno simbolico alle radici, ma anche un salto qualitativo grazie al controllo diretto su ogni fase del processo. Forti dell’esperienza dei colleghi franciacortini, abbiamo inoltre rivisto i protocolli di vinificazione e affinamento, con l’obiettivo di esaltare le caratteristiche peculiari del Torbato anche nella sua versione Charmat, Miràll: la sua vibrante freschezza, la mineralità sapida, il delicato corredo floreale. L’attenzione alle microvinificazioni, l’affinamento mirato e l’adattamento alle condizioni di ogni annata ci permettono di proporre vini che uniscono precisione tecnica e fedeltà al terroir».
Una collezione di etichette
Oggi il Torbato Sella&Mosca si esprime in una collezione di etichette e tipologie differenti e complementari. Ci sono innanzitutto gli spumanti, ossia il Metodo Classico Oscarì e il Metodo Charmat Miràll, anche nella declinazione Rosé. E poi i vini fermi, quali Terre Bianche Cuvée 161, Catore e Parallelo 41, blend di Torbato e Sauvignon blanc. Il filo conduttore di tutte le versioni è la freschezza unita all’eleganza per offrire al consumatore un profilo gustativo contemporaneo, ma sempre legato al territorio d’origine.
«Il nostro modo di gestire il Torbato è profondamente cambiato nel corso degli anni e il progetto legato alla spumantizzazione di Miràll e Oscarì ne è la massima espressione», conclude Pinna. «Con esso Sella&Mosca si fa interprete di una Sardegna vitivinicola autentica e moderna, in cui tradizione e innovazione convivono armonicamente. Il Torbato non è più solo un’eredità da custodire, ma una promessa da realizzare».