Secondo alcuni produttori sudafricani sarebbe addirittura la migliore degli ultimi due decenni. Si parla di eccellenza anche in Australia e Nuova Zelanda. Bene pure in Argentina e Cile. In generale la vendemmia è stata precoce, con rese più basse e alta qualità. Il punto sulla stampa internazionale
Per approfondimenti: jancisrobinson.com, Bizcommunity, Harpers.co.uk, Bibendum, Decanter, jancisrobinson.com e The drinks business
A sud dell’Equatore la vendemmia è giunta al termine da alcune settimane e secondo i primi rapporti comunicati da vari istituti di tutela e dagli stessi produttori, si può parlare – in linea generale – di un’annata che ha fatto tirare un grande sospiro di sollievo. Ma non sono certamente mancate le sfide causate da fattori meteorologici ed economici. Anche nell’Emisfero australe il mercato in calo e la grande richiesta di vini a minore gradazione alcolica stanno condizionando la produzione a partire dal lavoro in vigna.
La lenta ripresa del Sudafrica
In netto contrasto con le vendemmie precedenti devastate dalla siccità o dalle alluvioni, in tutto il Sudafrica la stagione di crescita è stata caratterizzata da clima mite e secco. Le uve sono maturate lentamente mantenendo un’acidità equilibrata e senza la pressione delle malattie. Ci sono state alcune difficoltà dovute al vento, agli incendi e a un’ondata di calore intorno a Natale, ma nel complesso si può considerare una vendemmia promettente. Alcuni viticoltori si sono sbilanciati e hanno già definito la 2025 come l’annata migliore degli ultimi due decenni, ma – come sottolinea il sito jancisrobinson.com – prima bisognerebbe assaggiare i vini. Un fatto, però, è certo: sebbene la produzione rimanga al di sotto della media a causa della riduzione della superficie vitata, «questa vendemmia sottolinea l’impegno dei nostri viticoltori nel portare il vino sudafricano a livelli più elevati», afferma Rico Basson, Ceo di South Africa Wine (Bizcommunity e Harpers.co.uk).
Buone notizie anche da Australia e Nuova Zelanda
Nelle principali regioni vinicole australiane la vendemmia 2025 è partita in anticipo – già nel mese di febbraio – per via delle alte temperature e di un periodo di siccità nel momento di maturazione delle uve, ma la qualità del raccolto dai primi commenti pare sia “eccezionale”. In Nuova Zelanda, dove la vendemmia si è svolta tra marzo e aprile, le favorevoli condizioni di climatiche hanno consentito un aumento delle rese, ma anche un’eccellente qualità delle uve. Inoltre, in importanti regioni vitivinicole come Malborough, sempre più produttori hanno scelto di adottare nuove tecnologie per migliorare la gestione del raccolto con strumenti di gestione basati sull’intelligenza artificiale (Bibendum). Nonostante la grande varietà delle regioni vitivinicole neozelandesi, anche Decanter dà conferma di come l’ultima vendemmia consentirà di produrre vini di finezza e fascino un po’ ovunque.
Argentina: una vendemmia molto precoce
La vendemmia in Argentina è stata una delle più precoci mai registrate: le prime uve sono stata raccolte a metà febbraio. Dopo una stagione vegetativa relativamente regolare, le temperature sono aumentate di colpo all’inizio di febbraio, causando un rapido incremento degli zuccheri e spingendo i produttori ad affrettarsi a raccogliere i frutti. Poi, verso la fine dello stesso mese, le temperature sono crollate e Cuyo, la zona con la maggiore produzione di vino, è stata colpita da forti piogge. Secondo Amanda Barnes MW, che ha scritto un resoconto della vendemmia in Argentina per jancisrobinson.com, questo evento piovoso potrebbe portare a una netta distinzione nel carattere dei rossi dell’annata 2025: i vini provenienti da uve raccolte precocemente dovrebbero risultare più succosi e corposi, mentre quelli che derivano da una vendemmia più tardiva saranno forse più equilibrati e con tannini più maturi.
In Cile rese inferiori ma grandi speranze
Nonostante la produzione in calo in alcuni casi anche del -40%, la qualità del raccolto cileno è considerata ottima e segue il filone dell’annata 2024, anch’essa di grande qualità. Un’estate calda, punteggiata da picchi di calore a gennaio e febbraio ha accelerato la maturazione precoce, favorendo una vendemmia anticipata per alcune varietà. Tuttavia, un marzo fresco e un aprile mite hanno mitigato la maturazione di molte varietà di uva a bacca rossa, contribuendo a preservare freschezza ed equilibrio. Il ciclo di maturazione più lungo porterà una grande espressione aromatica, un’acidità vibrante e un profilo fresco in molti vini (The drinks business).