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La nuova cantina di Lunae, un’opera contemporanea che vale il viaggio a Luni

La nuova cantina di Lunae, un’opera contemporanea  che vale il viaggio a Luni

L’eleganza, la discrezione, l’uso di materiali originali, il dialogo tra spazi di lavoro e accoglienza: sono le cifre di un’impresa architettonica che dà lustro a un territorio emergente. L’abbiamo visitata e ve la raccontiamo.

Nei Colli di Luni, una striscia di Vermentino che segna il confine tra Liguria e Toscana, Paolo e Diego Bosoni, padre e figlio, hanno realizzato una nuova cantina, che è un piccolo capolavoro. L’abbiamo visitata in anteprima lo scorso aprile, prima ancora dell’inaugurazione.

Un punto di riferimento per un territorio in crescita

Certo, ci siamo abituati bene: il nostro Paese si è arricchito di luoghi bellissimi dove realizzare la trasformazione del “calor del sole che si fa vino”, come scriveva il Poeta. Ma pensiamo al contesto: non siamo nel Chianti Classico o in Alto Adige, regioni altisonanti. Siamo in una denominazione emergente, addossata alle sue mura di confine, per allietare i palati di villeggianti tra Lerici e Carrara. Oggi il Vermentino è di moda e un’opera come questa può dare la spinta al meritato slancio del territorio.

Visionari ma contemporanei

Tacciano le proverbiali invidie italiche, dunque, e lasciamoci ispirare dalla bellezza. Che suona retorica, ma è davvero la fonte di ispirazione di Diego Bosoni: «Abbiamo il dovere di usare un linguaggio contemporaneo e di continuare a essere visionari. I vini devono essere il riflesso della loro epoca; bisogna saper ascoltare i vigneti ma anche il mondo e avere il coraggio di mettersi in discussione e osare».
Le parole non possono sostituirsi alla visione di un luogo che intreccia estetica e funzionalità, con una peculiarità; spazi di lavoro e di visita, di vinificazione e affinamento, si riflettono, intrecciano, annullano e moltiplicano in un gioco di materiali, trasparenze, apparenze e sparizioni. L’edificio si svela: vetrate, quinte scorrevoli, volumi arditi e materiali inattesi ci accompagnano alla scoperta della genesi dei vini Lvnae, fino alla loro degustazione.
«La visione esterna è priva di volumi evidenti, si presenta come un totemico spalto verde, un unico piano inclinato lungo tutta l’estensione della struttura, specchio dei terrazzamenti e dei pendii delle Apuane, quinte limitrofe naturali», spiega il designer Andrea Del Sere, che l’ha realizzata con gli architetti di AT Studio. Un dialogo ispirato dalla natura. L’epigeo, l’edificio visibile, è collegato da un profondo tunnel inclinato a una natura ipogea e alle attività lavorative e di conservazione.

Un luogo per i nuovi progetti

«La cantina è stata progettata per esplorare nuovi progetti enologici, come la realizzazione del Metodo Classico Cuvée Lvnae, che oggi riposa sui propri lieviti in un’apposita sala a temperatura controllata, e per la valorizzazione di altri vitigni autoctoni». Semi-interrata e mimetizzata nel paesaggio, è circondata da un vigneto giardino che riassume tutte le varietà presenti in azienda: una per ogni filare. Da vedere.

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