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Un parere a favore degli ibridi in viticoltura. Non esistono viti di serie A o B

Un parere a favore degli ibridi in viticoltura. Non esistono viti di serie A o B

Il tema di un’origine comune del genere Vitis è ancora divisivo nella comunità scientifica. Ma i preconcetti sugli ibridi tra specie europea e americana rischiano di rallentare i progressi finora fatti nella ricerca, così come quelli a venire.

L’articolo fa parte della Monografia Diversità e Inclusione
(Civiltà del bere 1/2022)

La storia della macrotassonomia, la scienza della classificazione, è un viaggio nella diversità della vita, ricco di scoperte e di colpi di scena, che alimenta dall’800 il concetto di razza umana. Tale concetto ha motivazioni di carattere culturale, ma non basi biologiche. Quei caratteri che siamo abituati a considerare come tipici delle razze rispecchiano l’adattamento genetico, avvenuto attraverso la selezione naturale, all’ambiente in cui si è svolta la maggior parte della vita delle varie popolazioni nelle ultime decine di migliaia di anni. Un ragionamento analogo possiamo farlo per il genere Vitis, dove la nozione di specie è un artificio introdotto dalla classificazione del genere da Linneo.

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© Riproduzione riservata - 12/05/2022

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