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Federica Boffa e le nuove sfide della Pio Cesare

Federica Boffa e le nuove sfide della Pio Cesare

La giovane produttrice, che oggi guida la Pio Cesare con il cugino Cesare Benvenuto, ci racconta quali sono i prossimi progetti dell’azienda di famiglia. Dalla ristrutturazione della Cascina Mosconi alla creazione di un Timorasso dei Colli Tortonesi e di un Nebbiolo in Alta Langa.

Con Pio Boffa, mancato improvvisamente lo scorso aprile, se n’è andato uno dei più infaticabili e appassionati ambasciatori del Barolo e delle Langhe. A 10 mesi dalla sua scomparsa, abbiamo intervistato la figlia Federica Boffa, che a soli 24 anni si è assunta la responsabilità della direzione di Pio Cesare, affiancata dal cugino Cesare Benvenuto.

Un’eredità a 360 gradi

La chiacchierata non può che partire dal ricordo paterno, dal suo lascito affettivo e morale, oltre che professionale e aziendale. «C’è una parola inglese, heritage, che racchiude tutte le sfaccettature del concetto di eredità. Papà ci ha insegnato l’attaccamento alla terra, ma anche la serietà, la lealtà e l’operosità. È stato una figura importante per l’affermazione internazionale dei vini di Langa e ha avuto un ruolo centrale per la crescita e il successo della nostra azienda. Lo definisco l’anello di congiunzione tra il passato e il presente di Pio Cesare».  

Federica Boffa
Le vigne di Treiso da cui nasce il Barbaresco Il Bricco

Il patrimonio di vigneti

Se oggi la Cantina – tra le pochissime con sede nel centro storico di Alba –  può contare su un patrimonio di 75 ettari vitati, è proprio grazie all’impegno di Pio Boffa, che a partire dagli anni Settanta ha avviato un processo di acquisizione degli appezzamenti più vocati e con le migliori esposizioni. Qualche nome? Cascina Ornato, La Serra, Briccolina, Lirano e Colombaro a Serralunga d’Alba; Roncaglie a La Morra; Ravera a Novello; Gustava e Garretti a Grinzane Cavour; Mosconi a Monforte d’Alba. E questo solo per citare l’areale del Barolo, mentre nella zona del Barbaresco ricordiamo, tra gli altri, la Cascina Il Bricco, San Stunet, Rombone e Bongiovanni a Treiso.

Lo stile classico e i cru

Accanto all’interpretazione classica del Barolo – con l’unione delle migliori partite di Nebbiolo provenienti da diverse vigne – in azienda viene introdotta la produzione dei single vineyard. «Ancora una volta è stato papà a impegnarsi nella creazione dei cru, molto prima che entrassero ufficialmente in vigore le Menzioni geografiche aggiuntive del Barolo e del Barbaresco nel 2010 e nel 2007». Sono nate così etichette del calibro del Barolo Ornato, del Barbaresco Il Bricco e -più di recente – del Barolo Mosconi, massima espressione del terroir di appartenenza.

Stile al passo con i tempi

Nei mesi scorsi il passaggio generazionale è avvenuto all’insegna della continuità e del rispetto della tradizione, intesa non come mera ripetizione di una formula immutata nei decenni, ma come conservazione del proprio stile unico, adattando al presente le scelte viticole ed enologiche «Partendo da questo punto fermo, io e mio cugino Cesare vogliamo aggiungere dinamismo e una ventata di freschezza al marchio Pio Cesare. Il nostro obiettivo è dimostrare che non siamo un’azienda polverosa e statica, ma al contrario una realtà capace di stare al passo con i tempi e di accogliere le novità».

Timorasso sui Colli Tortonesi

Da qui, la decisione di mettere in cantiere nuovi progetti, alcuni piuttosto innovativi. «Tra quelli a cui teniamo di più, c’è la nascita di un Timorasso, che vedrà la luce nei prossimi anni. Questo vino è considerato la versione in bianco del Barolo e, da barolisti quali siamo, abbiamo deciso di provare a darne la nostra interpretazione. Due anni fa abbiamo acquistato quasi 2,5 ettari sui Colli Tortonesi e quest’estate abbiamo impiantato le prime barbatelle». In attesa che le viti comincino a dare i frutti, lo scorso autunno sono partite le prove di vinificazione in Cantina acquistando le uve da alcuni conferitori della zona. «Stiamo cominciando a prendere le misure, a conoscere più da vicino questo vitigno così affascinante, per essere pronti quando i nostri filari saranno produttivi».

Nebbiolo in Alta Langa

Se il progetto Timorasso amplia i confini alle colline dell’Alessandrino, un altro ambizioso traguardo ci riporta tra le Langhe, e più precisamente in Alta Langa. «Un paio di anni fa abbiamo acquistato 10 ettari nel comune di Cissone, a circa 550 metri sul livello del mare. L’idea è stata di papà, che ad un certo punto ha pensato fosse arrivato il momento di provare a fare un Nebbiolo di Alta Langa. Niente bollicine, quindi, l’Alta Langa Docg lo lasciamo fare a chi ha competenze in fatto di spumantizzazione; per noi il focus resta il Nebbiolo e vogliamo capire come si comporta in altitudine, che tipo di espressione regala. Il cambiamento climatico è un tema all’ordine del giorno e ci dà da pensare a come evolverà la viticoltura nei prossimi anni». La scorsa estate nella proprietà di Cissone è stato impiantato il primo ettaro di Nebbiolo, in una zona esposta a sud. «Anche in questo caso ci sarà da aspettare qualche anno; da parte nostra c’è molta curiosità e volontà di misurarci con questa nuova sfida».

Federica Boffa
La Cantina Pio Cesare si trova nel centro storico di Alba ed è stata costruita alla fine del Settecento sulle fondamenta delle antiche mura romane cittadine

Due sale degustazione affacciate sulle vigne

Tra i progetti a breve termine, invece, c’è la ristrutturazione della Cascina Mosconi, situata sulla somma dell’omonima collina (Mga del Barolo) a Monforte d’Alba, dove Pio Cesare possiede 8 ettari di vigneti.
«Vogliamo farne la nostra meta turistica», spiega Federica Boffa. «Ma niente albergo con camere o ristorante; abbiamo in programma la costruzione di due sale di degustazione. La nostra sede si trova nel centro storico di Alba: è una struttura su quattro piani, di cui uno al di sotto del livello del fiume Tanaro. È stata costruita alla fine del Settecento sulle fondamenta delle antiche mura romane cittadine, visibili durante i tour che proponiamo ai visitatori. Con il restauro della Cascina Mosconi, potremo offrire a chi viene a trovarci anche la vista dei nostri vigneti. Dalle future sale di degustazione si godrà un panorama mozzafiato sulla collina dell’Ornato, oltre che su quella del Mosconi».

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© Riproduzione riservata - 03/02/2022

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