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Il 2022 sarà l’anno del Cava? Cosa dice la stampa estera

14 Gennaio 2022 Anita Franzon
Il 2022 sarà l’anno del Cava? Cosa dice la stampa estera

L’anno che è appena cominciato potrebbe essere quello di svolta per il Cava. Da tempo alcuni tra i più importanti produttori lamentano diverse problematiche in fatto di prezzi e di immagine della Denominación de origen spagnola; oggi però sembrano esserci buone premesse per una rivoluzione. Le Cantine catalane vogliono sfoderare le loro carte vincenti contro lo Champagne, ma anche contro il Prosecco.

Per approfondimenti: Wine-Searcher, Tecnovino, Wine Industry Advisor e LaVanguardia

Secondo diverse testate estere il 2022 sarà l’anno in cui il Cava potrà finalmente brillare. Questo anche grazie alla carenza di bottiglie di Champagne che, per le difficoltà nelle spedizioni, non hanno in molti casi raggiunto le tavole delle feste. Dall’altra parte, però, chi produce lo spumante Metodo Classico spagnolo, conosciuto in tutto il mondo anche per il suo prezzo concorrenziale, combatte tutti i giorni contro una comunicazione non adeguata e un posizionamento troppo basso.

Gli sforzi da parte della Denominación

A seguito delle lamentele dei produttori, alcuni dei quali hanno deciso di abbandonare la denominazione, nel 2021 è stata comunicata una nuova iniziativa che prevede la svolta green dei Cava de Guarda Superior, ovvero le tre tipologie di fascia alta (Reserva, Gran Reserva e Paraje Calificado); dal 2025 queste dovranno essere interamente ottenute da uve biologiche. Su Wine-Searcher il giornalista W. Blake Gray chiede al presidente del Consejo Regulador della Denominación de origen Javier Pagés se basterà tale comunicazione per convincere gli enofili a prestare maggiore attenzione al Cava. Pagés, dal canto suo, si mostra fiducioso nei nuovi risultati raggiunti dalla Do che, a fine 2021, ha raggiunto gli stessi dati di vendita registrati nel 2019. Il presidente del Consejo spera, inoltre, di recuperare la fiducia di quei produttori che avevano abbandonato la denominazione. «Tutti insieme possiamo dare un messaggio chiaro ai consumatori», risponde Pagés, concludendo: «Grazie al lavoro che stiamo facendo oggi (…) speriamo di vendere sempre più Cava e a prezzi sempre più alti».

I nuovi numeri del Cava

Le vendite del Cava, Do che a oggi riunisce più di 38.000 ettari di vigneto e oltre 6.800 viticoltori, sono cresciute del +16,45% (rispetto al 2020) nei primi 9 mesi del 2021. Hanno così raggiunto il numero di 170 milioni di bottiglie confermando una ripresa positiva dopo le sfide causate dalla pandemia. Crescono, in particolare, l’export – a cui il Cava dedica oltre i due terzi della produzione – e le vendite degli spumanti all’interno della prestigiosa categoria Guarda Superior. Aumenta anche il consumo interno (+21,15%, ovvero 34,7 milioni di bottiglie). Il principale mercato estero del Cava rimane la Germania (+11,87%, 20,3 milioni di bottiglie, dato simile al 2019), quello statunitense segna una crescita record (+62,91%); percentuali positive sono state registrate anche in Olanda, Russia e Canada (Tecnovino e Wine Industry Advisor).

La sfida contro il Prosecco

Nonostante i segnali positivi, i produttori del Cava sono preoccupati per il successo del Prosecco, che ha fatto il botto anche tra gli spagnoli. Questo successo ha spinto le Cantine catalane a passare al contrattacco dal punto di vista della comunicazione del loro prodotto. Negli ultimi anni le vendite di Prosecco in Spagna a prezzi superiori del Cava hanno raggiunto un giro pari a 3,9 milioni di euro (secondo uno studio condotto dall’Osservatorio del mercato del vino spagnolo). Per Pagés, però, il Prosecco non deve essere considerato una minaccia; le Cantine produttrici di Cava potrebbero esaltare maggiormente le singolarità e le differenze qualitative tra i due vini prodotti con metodi diversi. Ma queste dovrebbero, soprattutto «continuare a investire nel loro prodotto sviluppando nuovi vini, curandone l’immagine e, in generale, attirando i consumatori» (LaVanguardia).

Foto di apertura: © M. Petersson – Unsplash

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